lunedì 29 luglio 2013

CAFFE' VERDE

CAFFE' VERDE

Cos'è il Caffè verde

Il caffè verde, scientificamente noto come Coffea arabica L, è una varietà di caffè che si distingue da quello tradizionalmente utilizzato in quanto non tostato e quindi caratterizzato da proprietà dietetico-nutrizionali differenti come la percentuale di caffeina, la quantità di antiossidanti naturali, il pH e la presenza di particolari fitocomplessi.

Caratteristiche nutraceutiche

Dal punto di vista nutraceutico, infatti questo alimento è balzato agli onori della cronaca per la presenza di numerosi principi attivi antiossidanti ed in particolare per la presenza di acido clorogenico, evidentemente responsabile di alcune delle proprietà terapeutiche del prodotto.
Più precisamente per acido clorogenico si intendono una serie di composti fenolici costituiti dall’esterificazione tra acido cumarinico e differenti metilxantine tra le quali appunto la caffeina, che ottimizzano le caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche della più comune caffeina.
Numerosi studi, soprattutto sperimentali, hanno studiato l’impatto di questo fitocomposto sulla salute ottenendo promettenti risultati nel trattamento di :

patologie infiammatorie ed infettive;
patologie cardiovascolari;
diabete di secondo tipo;
patologie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Tuttavia l’enorme impatto commerciale di questo prodotto e dei relativi integratori derivati, è stato associato ad altre caratteristiche dietoterapiche tra le quali il potenziale effetto antipertensivo,  il miglioramento del metabolismo glucidico ed il controllo del peso, riferito soprattutto all’accumulo di tessuto adiposo addominale, come dimostrato in un recentissimo studio che ha quantificato in circa 2,5 kg la differenza di peso tra soggetti trattati con acido clorogenico e placebo, a fronte di protocolli dietetici e stile di vita sovrapponibili.
Tali risultati potrebbero in parte essere ricondotti all’attività termogenica della caffeina, particolarmente attiva nei confronti dei recettori B3 adrenergici, espressi in concentrazioni rilevanti dalle cellule adipose, e in parte al complessivo miglioramento metabolico indotto dall’insieme di elementi presenti nel caffè verde.
I suddetti effetti biologici, evidentemente correlati alla presenza di numerosi antiossidanti come polifenoli, acido felurico e chiaramente di acido clorogenico, sono sia associati agli svariati meccanismi d’azione non ancora del tutto caratterizzati al livello molecolare, sia al miglioramento dello stile di vita e delle abitudini alimentari, il cui ruolo  è cruciale nel sostenere l’azione di questi elementi fitoterapici.

Caratteristiche farmacocinetiche

Decisamente interessanti sono I risultati proposti da numerosi gruppi di ricerca che sottolineano le vantaggiose caratteristiche farmacocinetiche del caffè verde, descrivendo picchi plasmatici di sostanze biologicamente attive come l’acido clorogenico e polifenoli in seguito all’assunzione orale di questo alimento, definendo pertanto un ottima biodisponibilità, migliore rispetto quella ottenibile dal più comune caffè, dei principi attivi responsabili delle suddette manifestazioni terapeutiche.
Occorre tuttavia sottolineare l’enorme variabilità interindividuale, che spesso complica la corretta comprensione degli studi, associata sia allo stato di salute intestinale e metabolico, sia alla presenza di  particolari polimorfismi genici in grado di indurre o inibire l’attività di enzimi deputati al metabolismo di questi elementi.
Tutto ciò spiegherebbe anche la variabilità dell’efficacia terapeutica da soggetto a soggetto.

Avvertenze e controindicazioni

Data la presenza di metilxantine l’uso del caffè verde risulta generalmente controindicato durante la gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno, nei pazienti in età pediatrica, nei pazienti affetti da ipertensione e patologie cardiovascolari.

Effetti collaterali

L’abuso di integratori contenenti caffeina e derivati potrebbe determinare con una certa frequenza la comparsa di reazioni avverse quali tremore, ansia, tachicardia, insonnia, eccitazione, alterazioni del tratto gastroenterico con ipersecrezioni gastriche, pirosi, diarrea.
L’uso prolungato nel tempo potrebbe invece determinare la comparsa di reazioni avverse al livello neurologico e cardiovascolare.

BENEFICI

Le elevate temperature raggiunte durante la torrefazione del caffè abbattono il potere antiossidante dell'alimento e portano alla produzione di sostanze volatili che, se da un lato conferiranno il classico aroma alla bevanda ottenuta per infusione dei semi torrefatti e macinati, dall'altro producono un effetto irritante sulle pareti gastriche. Non essendo sottoposto a torrefazione, il caffè verde presenta indubbi vantaggi dal punto di vista dietoterapico. Tra questi ricordiamo: una migliore torrelabilità gastrica, una percentuale nettamente superiore di antiossidanti, una minor concentrazione di caffeina (aspetto interessante per le persone sensibili alla sua azione stimolante) ed un prolungamento della sua emivita plasmatica legato ad un assorbimento intestinale più lento e graduale.


venerdì 26 luglio 2013

Caffè nello sport: strategia,resistenza, ipoalgesia

Caffè nello sport: strategia,resistenza, ipoalgesia

Il consumo moderato di bevande nervine può contribuire ad un buono stato di salute. Per gli sportivi in particolare può ripercuotersi positivamente sulla loro capacità diprestazione atletica. I benefici sulla prestazione sportiva determinati dalle bevande nervine soprattutto caffé, tè e cioccolata dipendono anche dal loro, siapur differente, contenuto di tre sostanze metil-xantiniche: caffeina, teofillina e teobromina. La caffeina, in particolare, occupa una posizione prevalente rispetto alle altre sia per il maggiore consumo delle bevande che la contengono, soprattutto il caffé, sia per i suoi maggiori effetti fisiologici e farmacologici in grado di agire favorevolmente sulla prestazione sportiva. Diffusa più di quanto si possa immaginare (è presente in oltre sessanta specie di piante), la caffeina (1, 3, 7- trimetilxantina) è una “purina” presente naturalmente nei semi di caffé (Coffea arabica e Coffea canephora o “robusta”), di cacao (Teobroma cacao), di kola (Cola acuminata) e di guaranà (Pallinia cubana), oltre che nelle foglie di tè (Theasinensis) e di maté (Ilex paraguariensis). 

Meccanismo d’azione del caffè ed effetti fisiologici e farmacologici 

L’attività del caffé è dovuta essenzialmente alla componente xantinica della caffeina che esercita i suoi effetti inibendo la fosfodiesterasi, promuovendo l’accumulo intracellulare di AMP ciclico e aumentando la permeabilità degli ioni calcio a livello del reticolo sarcoplasmatico. Fisiologicamente e farmacologicamente la caffeina non si limita solo a stimolare il sistema nervoso centrale dove, com’è noto, migliora l’attenzione e la capacità di essere vigili, ma riduce la sensazione soggettiva della fatica e, quindi, concorre al miglioramento dell’efficienza fisica e mentale. Lo hanno dimostrato Foskett A. e coll. in uno studio recentissimo, il cui scopo era valutare l’effetto della caffeina sulle performance durante una simulazione di attività calcistica.
Gli autori hanno concluso che l’ingestione di caffeina prima di una simulazione di attività calcistica ha migliorato la precisione di passaggio dei calciatori e le prove di salto senza che ciò andasse a discapito di altri parametri di performance.

Caffè: incremento di lavoromuscolare, resistenza e diminuzione del dolore

L’azione ergogenica (aumento della capacità di lavoro) della caffeina dipende da molti fattori (caratteristiche morfologiche del soggetto, consumi abituali della caffeina/assuefazione,composizione della dieta, ecc.) ed è spiegata anche in virtù della sua capacità di favorire la liberazione di acidi grassi liberi dagli adipociti (lipolisi) e, conseguentemente, di aumentare la produzione di glucosio e di risparmiare il glicogeno muscolare, anche in virtù di un possibile “blocco” dei recettori dell’adenosina delle cellule adipose (effetto lipolitico) e nervose (effetto stimolante).
A tale proposito ne riferiscono Pedersen e collaboratori in un recente lavoro all’interno del quale si sottolinea che, in soggetti allenati,quando le riserve di glicogenomuscolare siano esaurite pereffetto di un carico di lavoro intenso, l’assunzione combinata di caffeina (8 mg/kg p.c.) e carboidrati sia in grado di migliorare la risintesi del glicogenomuscolare rispetto a quanto avviene con i soli carboidrati. La caffeina – continuano gli autori – pare aumentare la velocità e/o la potenza in condizioni di corsa simulata. Questi effetti sembrano manifestarsi sia ingare che durano fino a 60 secondi sia in quelle più lunghe (fino a due ore). La somministrazione, 60 minuti prima dell’attività fisica, di 3-9 mg di caffeina per kg di peso corporeo (200-350 mg) sarebbe in grado di favorire le prestazioni atletiche aerobiche attraverso un aumento della disponibilità dei lipidi, un minore ricorso al metabolismo glucidico e l’attivazione del sistema nervoso centrale. E su caffeina e resistenza pubblicano anche Davis JK e Green JM3: “L’effetto della caffeina sulle prove di resistenza è ben documentato. A livello comparativo, tuttavia, risulta che sono state condotte meno ricerche sul potenziale ergogeno delle prove anaerobiche. In alcuni studi, in cui non erano stati dimostrati effetti della caffeina sulle performance, erano stati impiegati soggetti non allenati o si trattava di lavori basati su disegni non funzionali all’osservazione dell’effetto ergogeno. Studi recenti condotti su soggetti allenati e sulla base di schemi specifici per l’attività sportiva intermittente, supportano l’ipotesi che la caffeina eserciti, in una certa misura, un effetto ergogeno in corso di sforzo anaerobico. La caffeina sembra avere un effetto altamente ergogeno in esercizi di velocità di durata compresa tra 60 e 180 secondi. Tuttavia, per altri modelli che valutano l’output di potenza (per esempio il test di Wingate dei 30 secondi) è stato dimostrato un effetto minimo della caffeina sulle performance.
Viceversa, gli studi basati su metodologie specifiche di alcuni sport (per esempio hockey, rugby, calcio) con durata inferiore (per esempio 4-6 secondi) dimostrano che la caffeina risulta ergogena durante sforzi intermittenti di breve durata. In recenti studi è stato dimostrato che la caffei na agisce sulla forza isometrica massimale, fornendo evidenze preliminari di una maggiore resistenza muscolare della muscolatura degli arti inferiori. Tuttavia, le misurazioni isocinetiche del picco di forza, la ripetizione massima (1-RM) e la resistenza muscolare della muscolatura degli arti inferiori danno risultati meno chiari. Poiché non sono stati condotti molti studi sul training di resistenza, non possono essere tratte conclusioni definitive sull’entità dell’influenza della caffeina sulle performance. In precedenza si riteneva che il meccanismo d’azione della caffeina fosse associato all’incremento dell’ossidazione degli acidi grassi liberi a favore del consumo di glicogeno muscolare indotto dall’adrenalina (epinefrina), il che costituiva la
principale ipotesi alla base dell’effetto ergogeno. Sembrerebbe però improbabile che questa teoria possa supportare un miglioramento delle performance anaerobiche, dato che lo sforzo è regolato da vie metaboliche ossigeno-indipendenti.
Sono perciò stati suggeriti altri meccanismi, come l’incremento della mobilizzazione del calcio e l’inibizione della fosfodiesterasi. Tuttavia, una normale dose fisiologica di caffeina in vivo non indica che questo meccanismo abbia un ruolo preponderante. È stato anche proposto che la caffeina contribuisca all’aumento dell’attività della pompa sodio-potassio che, a sua volta, incrementerebbe lo stimolo alla contrazione. Secondo un’ipotesi più accreditata, invece, la caffeina stimolerebbe il SNC. La caffeina ha un’azione antagonista sui recettori dell’adenosina e inibisce pertanto l’effetto negativo dell’adenosina sulla neurotrasmissione e sull’insorgenza e percezione del dolore. Gli effetti ipoalgesici della caffeina consistono nell’attenuazione della percezione del dolore e nella diminuzione della percezione della fatica sotto sforzo. Ciò potrebbe esercitare un potenziale effetto positivo sulle unità motorie muscolari, con conseguente produzione di una forza muscolare più efficace e intensa. L’esatto meccanismo alla base dell’azione della caffeina
rimane tuttavia ancora da chiarire.” Anche Doherty e coll. riferiscono di
caffeina e resistenza in un loro studio all’interno del quale si applica un approccio metaanalitico all’esame degli effetti dell’ingestione di caffeina sull’attribuzione di un punteggio in base a una scala disforzo percepito (ratings of perceived exertion - RPE).
I risultati dimostrano che la caffeina riduce il punteggio di RPE sotto sforzo, il che potrebbe in parte spiegarne l’effetto ergogeno sulle performance. Infine Tarnopolsky conclude che gli effetti ergogeni della caffeina durante l’attività di endurance sono mediati in parte dall’aumento della forza contrattile e in parte dalla riduzione della soglia di fatica percepita, causata probabilmente dalla diminuzione dello sforzo richiesto e/o del dolore.





mercoledì 17 luglio 2013

TAURINA + CREATINA UN MIX VINCENTE

Forse molti non sanno che una semplice combinazione di taurina e creatina in una proporzione di 1 a 5 (grammi) consente ottimi pompaggi muscolari e performance di forza..! Circolano strane leggende metropolitane sulla taurina..una di queste e’ che derivi dai testicoli dei tori.. da dove sia nata questa assurda idea nessuno lo sa..ma rimane il fatto che molti ci credono davvero.. la taurina e’ semplicemente un aminoacido..il quale normalmente viene assunto con la normale alimentazione..ma una sua integrazione puo’ donare molti benefici sia in termini di salute che nell’ambito del bodybuilding… in sinergia con la creatina aumenta la forza torcente del muscolo….incrementa la volumizzazione muscolare e il pompaggio…fortifica il cuore ..e previene le aritmie cardiache…ha una azione anicatabolica….e’ un antiossidante a livello del melanocita.. insomma e’ davvero utile..che poi i poveri tori debbano donare il loro testicoli per ricavarne taurina..be’..fortunatamente per loro e’ solo una stupidaggine… allora siate saggi e sfruttate la forza degli integratori per diventare super uomini e state alla larga dal doping.

sabato 6 luglio 2013

AUMENTARE LA MASSA IN MANIERA NATURALE

Dieta per aumentare la massa muscolare:

  1. Il muscolo è costituito soprattutto da particelle d’acqua.

    Il primo passo è tenere sempre ben idratato il corpo. senza un buon livello di idratazione i muscoli non possono crescere, in maniera naturale, e in maniera duratura. Non è sufficiente bere acqua, ma è fondamentale mangiare cibi ricchi di acqua, di minerali e di vitamine.

  2. L’azione plastica la fanno le proteine.

    Una dieta che ha come obiettivo quello dell’aumento di massa muscolare deve contenere un buon quantitativo di proteine. Non troppo ma neanche troppo poco. se le proteine sono di qualità e sono mangiate da un corpo sano vanno bene anche 1,5 grammi per Kg corporeo; è inutile esagerare, ed è inutile arrivare a mangiare 2-3g per Kg corporeo.

  3. Senza alcune vitamine le proteine non si assimilano.

    Il problema non è quante proteine vengono ingerite. Ma quante vengono assimilate. Quello che la maggioranza degli atleti sottovaluta è la capacità del corpo di assimilare le proteine. Ci sono 2 regole principali per assimilare molte proteine: 1) Prediligere proteine facilmente digeribili; 2) Mangiare molti cibi ricchi di vitamine ( soprattutto la vitamina C e la vitamina A)

  4. Ingerire soprattutto proteine ad alto valore biologico.

    Cioè quelle proteine che si assimilano con maggiore facilità.  Il top è rappresentato dal bianco d’uovo, ma anche il siero del latte ( che però presenta molte controindicazioni ). Un buon livello biologico è rappresentato dalle carni magre e dal pesce. Anche se molti lo sottovalutano, i legumi, mischiati ai cereali, forniscono un valore biologico straordinario, maggiore della carne.

  5. Attenzione ai carboidrati.

    I carboidrati sono fondamentali per chi fa sport. Sono la benzina. Ma attenzione a mangiarne troppi e soprattutto di bassa qualità. I carboidrati migliori sono le verdure e la frutta lontano dai pasti. Poi vengono il riso e i cereali, dopo la pasta. Da evitare tutti quelli lievitati, come la pizza, il pane, ecc…

  6. Alimentazione equilibrata e a lungo periodo.

    Questo è il concetto che maggiormente fa la differenza nel tempo. Quando si seguono diete iperproteiche, si rischia di indebolire il proprio corpo di disidratarlo e di renderlo denutrito. Spesso, e succede e a chi non mangia correttamente, nelle palestre dopo il periodo di carico ( sia di allenamento che di ingerimento di proteine ) che dura qualche mese, l’atleta si ammala, perdendo in una settimana anche 3-4 kg ( con disperazione dell’atleta). I più pensano che sia un male di stagione, un’influenza, ma spesso è il corpo che sta espellendo tossine accumulate con una dieta non bilanciata. Quando invece si segue una dieta equilibrata, che idrata e nutre correttamente il corpo secondo natura, si ottengono risultati eccellenti nel medio-lungo periodo.

mercoledì 3 luglio 2013

COME TENERSI IN FORMA PER L'ESTATE

Non pensate che per essere in forma sulla spiaggia durante le vacanze estive si possano fare miracoli in due mesi. Ci sono persone che durante la stagione invernale si sono parecchio appesantite e vogliono recuperare la forma in due mesi. Non credete a diete e esercizi ginnici miracolosi che vi promettono di perdere chili e di scolpire il vostro corpo in pochissimo tempo. E' garantito che non ce ne sono. Se non avete rispettato determinate regole alimentari, durante tutto l'inverno, non potete pretendere certamente di tornare in forma in un tempo minimo, ma sicuramente potete provarci perché con piccoli stratagemma, potete perdere qualche chilo e modellare il vostro fisico. Vediamo come tenersi in forma per l'estate.

Sarebbe un'ottima regola, non adagiarsi sugli allori e non eccedere col cibo durante l'inverno, ma questo solitamente non avviene quasi mai ed allora bisogna correre ai ripari già quando ci sono le prime avvisaglie della primavera e la temperatura più moderata, ci esorta ad uscire. Una piccola corsetta la mattina e possibilmente anche di sera appena dopo il lavoro, aiuta decisamente ad eliminare quei chili che si sono accumulati. Anche una sana passeggiata in bicicletta potrebbe aiutare a smaltire quegli antiestetici rotolini di adipe accumulati sui fianchi e naturalmente non è da scartare l'idea della palestra.

Un bravo istruttore potrà consigliarvi su quali esercizi potrete effettuare con costanza per perdere liquidi e per modellare il fisico. Tutto questo dovrà però essere abbinato ad un'equilibrata alimentazione. Non parliamo di dieta, sarebbe eccessivo, ma solamente di un modo giusto di accoppiare i cibi. Per prima cosa la colazione deve essere ricca di frutta e cereali e se siete amanti della pasta, cercate di consumarla all'ora di pranzo e mai a cena perché il fisico si appesantisce e non potrebbe smaltire le calorie.

Se avvertite i morsi della fame tra un pasto e l'altro, evitate di ingerire tutte quelle cose appetibili ma indubbiamente super caloriche come patatine, dolcetti vari e merendine, ma alimentatevi con la frutta o con un paio di yogurt che saziano senza appesantire  Bevete molto aiutandovi anche con del succo d'ananas che ha un effetto drenante ed aiuta la diuresi in modo eccezionale.
Possibilmente utilizzate del pane integrale perché offre un senso di sazietà e cercate di condire poco gli alimenti preferendo invece il crudo di salate con carote e finocchi  Ricordate anche di salare poco gli alimenti, perché il sale porta la ritenzione idrica e non aiuta ad eliminare quei liquidi che sono nocivi all'organismo  Con queste minime regole, sicuramente non perderete chissà quanti chilogrammi ma avrete presto la soddisfazione di vedere il vostro corpo molto più in forma.