sabato 31 gennaio 2015

SOTTO LA LENTE DEL MICROSCOPIO: LE FIBRE

Se teniamo alla linea e seguiamo un’alimentazione sana e controllata, avremmo senz’altro sentito parlare dell’importanza delle fibre. Note soprattutto per le loro proprietà digestive e nutrienti, queste sostanze sono in grado di proteggerci anche da una varietà di problemi cardiovascolari, sovrappeso e gravi malattie come il diabete. Ma non è tutto; vediamo cosa rivelano alcuni nuovi studi condotti all’Istituto di ricerca sul cancro di Shangai, in Cina. 
Nelle 17 differenti ricerche effettuate, è stato scelto un campione pari a circa un milione di persone, grazie ai quali i ricercatori hanno dimostrato che un apporto regolare di fibre abbassa il rischio di morte del 16%. 
Al momento, l’NHS (il sistema sanitario britannico) raccomanda un apporto pari a 18 grammi di fibre al giorno, ma ha recentemente divulgato che la maggior parte degli individui non raggiunge tali cifre. In alcuni casi può trattarsi di un deficit di circa 10 grammi, facilmente riparabile con l’aggiunta di due frutti al giorno e una colazione di cereali integrali.
Le fibre si trovano anche in tanti altri cibi, e sono di due tipi: quello solubile e quello non solubile. Il primo si trova nella frutta, nell’avena, nella segale, nell’orzo e negli ortaggi a radice, e ha l’importante compito di regolarizzare il livello di colesterolo e combattere la stitichezza. Il secondo è invece quello per l’appunto non solubile, le cui sostanze nutritive giovano all’organismo arrivando fino allo stomaco senza essere disgregate. Si tratta del tipo di fibre che si trovano nel pane integrale, nei semi e nelle noci. 
Per aumentare l’apporto di fibre, cominciate ad integrare nella vostra dieta alcuni alimenti come la pannocchia, contenente da sola circa 6.3 grammi di fibre, le patate al forno da consumare con la buccia – una di medie dimensioni offre circa 3g, e una porzione di fagioli (7g circa). 
I risultati della ricerca sono stati pubblicati per intero nella rivista scientifica American Journal of Epidemiology.


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giovedì 29 gennaio 2015

Pollo e patate al forno light

INGREDIENTI x 2 persone
2 cosce di pollo
4 patate
salvia e rosmarino
sale
aceto di vino bianco

PROCEDIMENTO
Ho fatto stare il pollo in acqua e aceto per circa 20 minuti, così da eliminare eventuali tracce di sangue.
L’ho scolato e messo in una teglia senza olio dopo averlo cosparso con salvia e rosmarino; ho fatto cuocere in forno statico a 200 gradi per circa 30 minuti, coprendo la teglia con un foglio di alluminio.
Ho poi scoperto, aggiunto le patate tagliate a spicchi, ho salato e aggiunto il rosmarino e 2 cucchiai di aceto di vino bianco e ho coperto ancora, continuando la cottura per altri 30 minuti.
Ho poi scoperto e passato al grill massima temperatura per circa 5 minuti.
Servite eliminando anche quella parte di grasso che sarà venuto fuori dal pollo.


Pasta integrale: come riconoscerla

pasta integrale solo negli ultimi anni sta iniziando ad essere apprezzata sulle tavole degli italiani. Ma conosciamo davvero le proprietà di questo alimento? E sappiamo scegliere e riconoscere la pasta integrale di qualità?

 

Innanzitutto chiariamo cosa è.

La pasta integrale è un alimento che si ricava miscelando acqua e “semola integrale di grano duro”. Non tutti sanno che vi è una legislazione specifica che fa riferimento ad un disciplinare di produzione (DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 9 febbraio 2001, n. 187) che identifica la pasta integrale come tipico prodotto italiano. In  particolare “È denominato “pasta di semola integrale di grano duro” il prodotto ottenuto dalla trafilazione, laminazione e conseguente essiccamento di impasto preparato esclusivamente con semola integrale di grano duro ed acqua.»

Sono inoltre distinte dalle paste realizzate con semola di grano tenero e con semola di grano duro.

L’inganno però è alle porte. Come capirlo?

Nei supermercati è facile essere ingannati da prodotti che crediamo essere integrali ma in realtà non lo sono perché, come detto, può essere definito integrale solo l’alimento che, come da disciplinare,  contiene semola integrale di grano duro, senza l’aggiunta di aromi. Ecco perché è bene controllare tra gli ingredienti della pasta se vi è la dicitura “pasta di semola di grano duro”  o “semola di grano duro” con aggiunta di crusca o cruschello.

In quest’ultimo caso si tratta infatti di prodotti raffinati.

 

E le proprietà?

La pasta integrale, rispetto alla comune pasta, ha un maggior contenuto di fibre, le quali aumentano il senso di sazietà; ha un apporto glicemico superiore ma inferiore è l’indice glicemico, ossia la velocità con la quale aumenta  la glicemia dopo aver assunto 50 grammi di carboidrati.

Per cui un indice glicemico pari a 50 indica che l’alimento preso in esame innalza la glicemia con una velocità che è la metà di quella del glucosio.

La pasta ha inoltre una maggiore quantità di vitamine, in particolare quelle del gruppo B

 

Una buona pasta integrale, inoltre, a dispetto di quel che si crede, deve essere gustosa anche senza condimento, per cui è bene, per provarne qualità, ma anche cottura, assaggiarla senza particolari condimenti, tutt’al più con un filo di olio di oliva.  Ricordate poi che la pasta integrale, assorbe più sugo delle altre paste, ecco perché è bene scegliere sughi piuttosto leggeri, magari a base di verdure e con poco olio, onde evitare di far lievitare l’apporto calorico del vostro piatto di pasta!


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La creatina, l'integratore più famoso ma efficace

La creatina, l'integratore più famoso ma efficace

http://www.vitamaker.it/prodotti-per-categorie/creatina?1651

La creatina è una sostanza che si trova abitualmente nel corpo umano, principalmente nei muscoli. È prodotta dal nostro organismo in moderate quantità, ma può anche essere ottenuta da alcuni alimenti. Pesce e carni sono le migliori fonti di creatina. Per ottenre dosaggi superiori, la si può trovare anche sotto forma di integratore.

Creatina nello sport 
La creatina è più comunemente usata per migliorare le prestazioni atletiche e aumentare la massa muscolare in atleti giovani e anziani. E' l'integratore più testato al mondo e i risultati sono pressoché unanimemente positivi. La scienza sostiene che l'uso di creatina migliori le prestazioni atletiche durante attività fisiche di breve durata e ad alta intensità, come gli sprint e il sollevamento pesi (anche il bodybuilding).
L'uso di creatina è molto diffuso sia tra gli atleti professionisti sia tra i dilettanti ed la sua efficacia è stata riconosciuta da molti atleti famosi. Generalmente l'integratore, in soluzione con carboidrati, aumenta ulteriormente i livelli di creatina muscolare più che la creatina da sola.

Creatina e salute 
Oltre a migliorare le prestazioni atletiche, la creatina è utilizzata per curare l'insufficienza cardiaca congestizia (CHF), gli stati di depressione, il morbo di Parkinson, le malattie dei muscoli e dei nervi e il colesterolo alto. E 'anche usata per rallentare il peggioramento della sclerosi laterale amiotrofica (SLA), l'artrite reumatoide e varie distrofie muscolari.
In Italia è ormai molto diffusa da diversi anni ma, per curiosità, gli americani utilizzano più di 4 milioni di chilogrammi di creatina ogni anno.

Come funziona?
La creatina è coinvolta nella produzione di energia per i muscoli che devono svolgere un lavoro.
I vegetariani e le persone che hanno, per natura, livelli più bassi di creatina totale, quando iniziano l'assunzione di questo integratore, ottengono maggiori benefici rispetto alle persone che hanno fisiologicamente un livello di creatina più elevato. I muscoli scheletrici possono contenere solo una minima quantità di creatina. Questo è chiamato "punto di saturazione" e viene solitamente raggiunto dopo i primi giorni dall'inizio dell'assunzione. Assumendone dosi più elevate di quanto consigliato nella norma, non aumenterebbero le riserve. Per questo può essere importante assumere un integratore specifico. 


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mercoledì 28 gennaio 2015

COLAZIONE DA CAMPIONI

Colazione per allenamento serale 


Colazione per allenamento serale: fiocchi di avena, frutta fresca, semi di lino e girasole, miele e latte

Carboidrati ad alto indice glicemico , proteine nobili , grassi saturi e insaturi vegetali

CARBOIDRATI: 150 g
PROTEINE: 12 g
GRASSI: 20 g



Colazione per carico di carboidrati 


Colazione per carico di carboidrati il giorno precedente un impegno fisico training o gara importante: fiocchi di mais, datteri, semi di lino e girasole, miele e latte

CARBOIDRATI: 200 g

PROTEINE: 10 g

GRASSI: 20 g


Stefano Mosca propone allenamenti finalizzati al dimagrimento, tonificazione, ginnastica posturale,analisi composizione corporea http://stefanomosca.it/category/news/alimentazione/


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lunedì 26 gennaio 2015

Riscaldamento e defaticamento

Riscaldamento e defaticamento

http://www.vitamaker.it/prodotti-per-categorie/tapis-roulant-i-elettrica?2035

Riscaldamento (in inglese warm-up) e defaticamento (cool-down) richiedono solo pochi minuti, ma fanno la differenza tra un allenamento “normale” e un grande allenamento. Ecco come fare.

Warm Up

Un breve riscaldamento alimenta il flusso di sangue e prepara il corpo per l'esercizio. I muscoli rispondono meglio agli sforzi e alle contrazioni, se sono sciolti e caldi. Un Warm-up dovrebbe prendere da 5 a 10 minuti. Quando vi sarete riscaldati abbastanza, lo capirete perché vi sentirete veramente pronti all'allenamento vero e proprio.

Prima dell'attività fisica

Iniziate il Warm up con un'attività aerobica a ritmo lento, che scaldi diversi muscoli contemporaneamente. Carol Ewing Garber, PhD, professore associato di Scienze Motorie presso il Teachers College, Columbia University (USA), suggerisce di fare una passeggiata, utilizzare un tapis roulant o un'ellittica su un livello basso, o pedalare in bicicletta o su una cyclette a un passo facile. Iniziare lentamente e gradualmente poi alzare il ritmo e l'intensità.
Il celebre personal trainer americano, Joel Harper, che annovera tra i suoi clienti vincitori di medaglie olimpiche, suggerisce di fare 100 leggere ripetizioni per l'area che si sta per lavorare. Per esempio, se si devono allenare le spalle, colpire un sacco da boxe da ogni angolazionee senza peso aggiuntivo: 25 ripetizioni per la parte anteriore, laterale e posteriore dei deltoidi.

Cool Down

Alla fine dell'allenamento, non arrivare a un brusco arresto dopo l'esercizio vigoroso, cosa che può causare giramenti di testa e vertigini, ma eseguire un defaticamento che aiuti a riportare gradualmente la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna alla normalità, e non farle crollare rapidamente, cosa molto deleteria.

Quindi terminare l'allenamento con 5/10 minuti di cardio leggero, simile per intensità e durata all'attività di riscaldamento.

Stretching

Dopo il defaticamento cardio, terminare con esercizi di stretching, che aumenta la flessibilità e può ridurre il rischio di lesioni. Il corpo è caldo e i muscoli sono preparati dall'attività fisica che avete appena eseguito, però fate stretching comunque lentamente e delicatamente. Respirate in ogni posizione e non rimbalzate. Le aree corporee da mobilizzare sono soprattutto gambe, spalle e schiena, però l'ideale è allungare i muscoli che si sono appena allenati. 

Cosa fare e cosa non fare

Aumentate il tempo di riscaldamento se prevedete di eseguire un allenamento ad alta intensità. Estendetelo da 5 a 10 minuti.

Non andate da zero a 100 in pochi istanti. Iniziate a passo lento, dando abbastanza tempo per arrivare al riscaldamento ideale.

Non fate stretching quando i muscoli sono ancora freddi, perché può causare lesioni anche serie. Non allungatevi esageratamente. Se avvertite dolore, rilasciate un po' l'allungamento, respirate lentamente e profondamente e rilassate i muscoli. Tenere ogni allungamento da 15 a 30 secondi.

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A cura della Redazione Vitamaker

Lo ZUCCHERO, o meglio... GLI ZUCCHERI!

Lo ZUCCHERO, o meglio... GLI ZUCCHERI! 

Infatti lo zucchero non si trova solo nei gelati, nelle torte o nelle caramelle...
Gli zuccheri sono in quasi tutto ciò che consumiamo, non in pochi alimenti che possiamo facilmente riconoscere. Per evitare gli alimenti che contengono zuccheri aggiunti c'è solo una cosa semplice da fare...mangiare alimenti non lavorati dall'industria alimentare.

Si trovano infatti in molti cibi che si acquistano e sono contenuti anche in pasta, pane, pizza e cereali in genere, e persino in alcuni composti vitaminici a buon mercato.
Inoltre mai fidarsi delle etichette che inneggiano ad un prodotto "naturale".

Ma perché siamo consumatori così forti di zucchero? Semplice: ci fa sentire bene! 

Infatti lo zucchero stimola il rilascio di dopamina nel cervello con la conseguenza di farci sentire soddisfatti e rilassati. Il problema crea dipendenza e, al pari di una droga, ci rende sempre più desiderosi di assumerlo. 


In realtà lo zucchero va considerato alla stregua di un farmaco e va consumato con estrema attenzione e parsimonia, perché assunto senza giudizio può devastare il sistema immunitario, provocare uno stato infiammatorio sistemico, malattie croniche, può provocare alterazioni del rapporto glico-insulinemico, ecc. peggiorando lo stato di salute generale.


LA RICERCA HA DIMOSTRATO CHE IL CONSUMO DI ZUCCHERO RAFFINATO È IL FATTORE PRIMARIO CHE CAUSA NON SOLO L'OBESITÀ, MA ANCHE LE MALATTIE CRONICHE.


Alcuni effetti dello zucchero:
  • aggrava l'asma;
  • altera il tono dell'umore;
  • crea disturbi della personalità;
  • sviluppa o peggiora l’artrite;
  • contribuisce ad iperattività e a difficoltà di concentrazione soprattutto dei bambini; 
  • riduce il colesterolo HDL (buono) e aumenta il colesterolo LDL (cattivo)
  • aumenta il rischio di malattia di Crohn;
  • aumenta il rischio (o peggiora lo stato) di colite ulcerosa;
  • porta a danni renali;
  • indebolisce e altera il sistema immunitario;
  • è il principale responsabile di obesità e sovrappeso;
  • è il principale responsabile del diabete;
  • crea insulinoresistenza.


Lo zucchero fa aumentare velocemente la glicemia, che causa picchi insulinemici che determinano un aumento dei fattori di crescita e stato infiammatorio sistemico (p.es. aumento della percezione dei dolori muscoloscheletrici). 

Quando introduciamo lo zucchero i livelli di glicemia aumentano rapidamente; in risposta, il pancreas secerne insulina il cui scopo primario è quello di guidare lo zucchero all'interno delle cellule. Ma quando la cellula è satura non lo fa entrare. Quindi la glicemia aumenta, il pancreas incrementa la produzione di insulina e il glucosio viene convertito in grasso che viene immagazzinato dal corpo. 

Se poi lo zucchero in eccesso viene introdotto non una tantum, ma costantemente, si sviluppa una sorta di insensibilità al glucosio ed uno stato di iperinsulinemia che alla lunga provoca il diabete. 
L’iperinsulinemia reattiva non causa solo soprappeso, ma predispone al rialzo dei “fattori di crescita”, ormoni capaci di sostenere lo sviluppo delle cellule tumorali. 

Inoltre le molecole di zucchero in eccesso si uniscono ad una varietà di proteine che vanno a colpire i vasi sanguigni. Questo danno ripetuto alla parete dei vasi sanguigni scatena ed aggrava l’infiammazione degli stessi. Ed è sempre l'infiammazione che causa un accumulo di colesterolo: senza l'infiammazione il colesterolo non si accumulerebbe sulla parete del vaso sanguigno. (Lundell).




Per esempio, un articolo di Yang et al., pubblicato in JAMA Internal Medicine lo scorso anno ha esaminato il consumo di zuccheri aggiunti in un periodo di circa due decenni rispetto alla percentuale del totale delle calorie, concludendo che tale consumo ha contribuito significativamente alla causa dei decessi cardiovascolari. Si è calcolato che le persone che hanno assunto zuccheri pari al 30% del loro metabolismo energetico giornaliero (come purtroppo molti adolescenti) hanno aumentato di quattro volte il rischio di morire a causa di malattie cardiache.

L'eccesso di zucchero provoca anche una sottrazione di vitamine del gruppo B e di magnesio, creando così uno scompenso nel delicato equilibrio che utilizza queste sostanze per fissare il calcio, a discapito della salute di ossa e denti. (osteoporosi, gengiviti, parodontite, carie etc)

Da non sottovalutare anche gli effetti sul sistema immunitario. 
Infatti I globuli bianchi (le cellule del sangue responsabili della lotta contro le malattia e i batteri) richiedono vitamina C per affrontare virus e batteri, ma glucosio e vitamina C sono molto simili nella struttura chimica e quindi in effettiva concorrenza tra loro per essere assorbita dalle cellule;  in questo modo se c'è una preponderanza di zucchero avremo meno vitamina C assorbita. E questo causa un deficit nel sistema immunitario.

Teniamo presente che dopo una spinta immediata di energia ci sarà una fase ipoglicemica che provocherà una sensazione di stanchezza, spossatezza e depressione che determinerà una nuova introduzione di zucchero e questa continua altalena instaura un circolo vizioso che porta ad una vera e propria dipendenza...una tossicodipendenza!!!
Ma il consumo di zucchero non provoca solo un aumento di peso (a volte fino ad arrivare all'obesità) ma anche malattie croniche a volte nefaste.

Secondo il dott.Robert Lustig, Professore di Endocrinologia Pediatrica presso l'Università di San Francisco, gli effetti della scellerata introduzione di zuccheri ha prodotto le cosiddette malattie croniche. Mai prima d'ora l'uomo ha consumato tanto zucchero come facciamo noi oggi e le conseguenze di questo cambiamento nella dieta sono abbastanza chiare. 
Il fruttosio, che si trova spesso nei cibi più elaborati, è di gran lunga la peggiore forma di zucchero e provoca molti più danni degli altri zuccheri in un più breve lasso di tempo.

Ad esempio si è evidenziato in uno studio clinico che soggetti che hanno consumato sciroppo di fruttosio (HFC) hanno sviluppato i fattori di rischio più elevati per le malattie cardiovascolari in appena due settimane.

LE MALATTIE CRONICHE SONO AUMENTATE DI PARI PASSO CON L'AUMENTO DEL CONSUMO DI ZUCCHERO 

Storicamente, lo zucchero è stato sempre utilizzato come aggiuntivo sporadico. 
“Nel 1200 in India riuscirono a estrarre zucchero dalla canna.

Ma fino a circa il 1700 era difficile reperirlo e fu un elemento molto costoso fino a tutta la prima metà del XVIII secolo; dopodiché ha cominciato ad essere prodotto in modo crescente in Louisiana Texas e Hawaii e da quel momento si cominciò a vedere la malattia metabolica cronica.
In realtà, la prima dimostrazione di un aumento della malattia metabolica cronica ci fu nel 1924, quando Hayden Emerson, il commissario della salute di New York City, notò un aumento del tasso di diabete pari a sette volte i valori presenti fino a quel momento, nella sola città di New York.
Poi, nel 1931, il Dr. Paul Dudley White (cardiologo presso il Massachusetts General Hospital) richiamò l'attenzione sul fatto che sembrava esserci un'epidemia di malattie cardiache.
Infine, nel 1988, abbiamo imparato a conoscere l'avvento del diabete di tipo 2 tra gli adolescenti". (Dott.Lusting)

Queste sono le caratteristiche principali della malattia metabolica cronica che pervadono la popolazione. E va di pari passo con la crescita in consumo pro capite di zucchero.

Il fatto è che consumiamo almeno 20 volte in più dello zucchero che consumavano i nostri antenati. Siamo arrivati a circa 20 cucchiaini di zucchero al giorno e quando si sovraccarica il fegato con un consumo così smodato di questa sostanza, inevitabilmente appare la malattia metabolica cronica. 
"Fondamentalmente lo zucchero viene metabolizzato come l’alcol; in questi anni stiamo vedendo le malattie nei bambini che non abbiamo mai visto prima, e sono “malattie alcol-correlate”, come la degenerazione grassa del fegato non-alcolico dipendente e il diabete di tipo 2." (Dott. Robert Lustig)
"Lo zucchero è l'alcool dei nostri figli e molti ne sono dipendenti".
"Siamo andati oltre i nostri limiti e ora stiamo evidenziando un aumento massiccio della malattia metabolica cronica che sta distruggendo non solo la nostra salute, ma anche l'economia di tutti i Paesi del mondo, compreso il cosiddetto Terzo Mondo dove l'obesità (per assurdo…visto il livello di malnutrizione) sta assumendo proporzioni importanti. Tutto questo è ormai insostenibile".


L'INSULINO-RESISTENZA: UNA CARATTERISTICA DELLA SINDROME METABOLICA

Secondo il dottor Lustig, qualsiasi organo diventa resistente all'insulina e finisce per manifestare la propria malattia metabolica cronica. Ad esempio, quando si ha la resistenza all'insulina del fegato, si finisce col diabete di tipo 2.

Quando si ha la resistenza all'insulina del cervello, si finisce col morbo di Alzheimer .

L'insulino-resistenza del rene conduce alla insufficienza renale cronica, e così via. 
Tutte queste malattie sono stati di resistenza insulinica. 

La domanda è: che cosa causa la resistenza all'insulina, in primo luogo?
"Pare che si debba ascrivere ad un sovraccarico dei mitocondri e le sostanze che sono in grado di esercitare questo sovraccarico sono i grassi trans e lo zucchero, ciò che, in pratica, caratterizza l‘alimentazione a base di cibi trasformati".
I grassi migliori da consumare in sicurezza e che agevolano il lavoro mitocondriale sono i grassi saturi sani come l'olio di cocco, il ghee (burro chiarificato), il grasso naturalmente contenuto in pesci grassi e nei tagli di carne come le interiora (carne grass-fed).

Secondo SugarScience.org, gli zuccheri aggiunti si trovano “nascosti” nel 74%dei prodotti alimentari, essendo nominati con più di 60 termini diversi.
"Noi consumiamo troppi grassi trans, troppi omega 6, troppo zucchero e troppo alcool.
Dall'altro lato consumiamo poche verdure, pochi micronutrienti e pochi omega 3. Facciamo cioè una dieta pro infiammatoria che fa la fortuna dell'industria alimentare e dell'industria della salute, ma che ci sta uccidendo con diabete, ipertensione, cancro, malattie autoimmuni, dislipidemia, malattie cardiovascolari e demenza".

C'È UNA SOGLIA DI “SICUREZZA” PER LO ZUCCHERO?

Secondo il dott.Lusting dovremmo mantenerci all'assunzione al massimo di 25/38 grammi di zucchero al giorno di zucchero (più o meno 5-8 cucchiaini da caffè).
Ma la dieta occidentale è piena di zucchero “nascosto”. 
"Questo è ciò che ci suggeriscono i dati, perché il fegato non ha la capacità di metabolizzare il fruttosio...quindi, fintanto che ci si mantiene al di sotto di questa soglia, lo zucchero nuoce relativamente e può essere metabolizzato"

Lo zucchero è meccanicamente la cosa che spinge questa resistenza all'insulina e determina tutte le sue conseguenze sulla nostra salute.


COME SI FA A RISOLVERE INSULINO-RESISTENZA?

La risposta può essere riassunta velocemente: mangiare cibo vero!!! Tornando cioè, ad un alimentazione naturale ed “ancestrale”, per esempio secondo il regime paleo.

Un altro sistema efficace per affrontare la resistenza all'insulina è il digiuno intermittente, ma non è indicato per tutti e non tutti hanno necessità di arrivare a questo modo di alimentarsi (chi ha problemi di tiroide, per esempio).

Attualmente il digiuno intermittente è il concetto di dieta più discusso su internet. Come molte altre diete “breakout”, sta crescendo a passi da gigante nonostante metta in discussione molti concetti sulla nutrizione a cui eravamo abituati. In verità, come strategia alimentare esiste da molto prima.

Brevemente...fare un digiuno intermittente significa alternare intervalli dove non si mangia (digiuno che varia dalle 16 ore alle 36 ore) con intervalli dove è permesso mangiare. Per usare un gergo, si alterna un periodo di digiuno con una “finestra temporale” dove introdurre i pasti.

Durante il digiuno il fegato brucia il grasso "disponibile" nel fegato. Quindi si riducono temporaneamente le riserve di grasso e questo può ripristinare la stabilità metabolica epatica e migliorare la sensibilità del fegato all'insulina.

"Quello che diciamo alla gente è di seguire queste semplici regole, che sono tutte basate sull'evidenza scientifica:
  • eliminare ogni bevanda zuccherata  
  • mangiare carboidrati integrari e ricchi di fibre in quanto la fibra mitiga gli effetti negativi del fruttosio sul metabolismo epatico riducendone il tasso di assorbimento 
  • non serve dire alla gente che non può mangiare lo zucchero: ma si deve consigliare di mangiare quello zucchero nella "forma fornita dalla natura" che è la frutta!"

L'IMPORTANZA DELL'ESERCIZIO FISICO

L'esercizio fisico è anche una componente importante, ma che non serve a promuovere la perdita di peso, bensì a determinare l'aumento della massa muscolare che attivandosi alza il PGC-1α (coinvolto nella biogenesi mitocondriale). 
Può essere una sottile distinzione...ma NON LO E' E VA SOTTOLINEATO!  
C'è un fattore di trascrizione chiamato "proliferazione dei perossisomi-recettore gamma attivato" (coactivator 1-alfa o PGC-1α), che è coinvolto nella biogenesi mitocondriale. Quando si alza PGC-1α, vengono stimolati i mitocondri.
Quindi l'esercizio fisico aumenta il tono muscolare simpatico (la massa muscolare), attiva il PGC-1α che aumenta i mitocondri e di conseguenza migliora la sensibilità all'insulina. 
"Il medico che dice ai suoi pazienti che allenandosi cala di peso, non fa una corretta informazione...perchè non è vero! 
Non ci sono studi che dimostrano che l'esercizio fisico garantisce una perdita di peso!Tuttavia, l'esercizio fisico è la cosa migliore che si può fare per sè stessi e noi (medici) dobbiamo promuoverlo... Ma dobbiamo anche spiegare ai pazienti quali risultati si dovrebbero osservare come miglioramento. Diminuendo il grasso viscerale, le persone andranno a perdere centimetri di girovita...non necessariamente peso! migliorando in generale la salute metabolica" (Dott.Lustig).

IN PRATICA…EVITARE:

  • pane e pasta
  • lo zucchero di canna
  • il caramello
  • la melassa
  • lo sciroppo di fruttosio
  • lo sciroppo di mais
  • il destrosio
  • il fruttosio
  • il glucosio
  • il maltosio
  • il saccarosio
  • il lattosio
  • il succo di frutta concentrato
  • lo sciroppo d’acero (a meno che non sia puro e non lavorato industrialmente) 
  • il malto

ALCUNE ALTERNATIVE PIÙ SANE ALLO ZUCCHERO (MA È BENE RICORDARE CHE, ANCHE SE MENO DANNOSE, DEVONO ESSERE CONSUMATE CON MODERAZIONE)

  • Il miele grezzo non pastorizzato: è anti-virale, anti batterico, ha proprietà antiossidanti, contiene probiotici, fitonutrienti ed enzimi vivi. 
  • Lo sciroppo d'acero puro: estratto dalla linfa, ha un alto contenuto di zinco e manganese.
  • La melassa grezza:  fonte di ferro e calcio.
  • Lo zucchero di palma: ha un alto contenuto di potassio, rame, magnesio, ferro, vitamina C e di zinco.
  • I cristalli di cocco:  ricco di minerali.

P.S. Tra i cibi “veri” è compresa la frutta.  Il fruttosio di cui si parla sopra è quello aggiunto ai cibi ed è la sostanza isolata (chimica) per lo più estratta dal mais che è ovviamente dannoso.

FONTI: