mercoledì 31 maggio 2017

Non dormi abbastanza? Queste le 6 conseguenze sul corpo

Non dormi abbastanza? Queste le 6 conseguenze sul corpo


Ti alzi che sei già stanco? Forse non dormi abbastanza. Ma la stanchezza non è l’unico effetto di mancanza di sonno.

1. Dove sono le chiavi di casa?

Ti dimentichi dove metti le cose? Non trovi gli occhiali e magari ce li hai in testa? Dimenticarsi spesso le cose e non essere concentrati è segno di mancanza di sonno.

2. Caffè grazie

Bevi tantissimi caffè ma nonostante questo ti senti fiacco durante il giorno. Sembrerà strano ma a volte troppi caffè fanno l’effetto contrario. Forse si potrebbe provare a diminuire la dose.  

A cup of coffee

3. Stai morendo di fame (e non hai voglia di insalata…)

Patatine, pizza, cioccolato, se hai sempre fame di qualcosa di poco sano, potrebbe dipendere altrettanto da mancanza di sonno. Il corpo infatti produce più grelina, l’ormone della fame. A lungo andare questo potrebbe portare ad aumento di peso. 

4. Il raffreddore è sempre dietro l’angolo

Dormire bene e a sufficienza rafforza il sistema immunitario e permette al corpo di recuperare le forze. Per contro, dormire poco ci rende più deboli e gli anticorpi non rispondono bene a virus e batteri. Allora riposare è la cura migliore se ci si ammala facilmente.

Man is blowing his nose

5. Ce l’hai con tutti

Se sei arrabbiato con tutti, potrebbe essere perché hai dormito poco? La Harvard Medical School ha pubblicato un articolo sul sonno e la salute mentale. Se dormi poco e sei spesso di malumore dovresti provare a meditare per qualche minuto ogni giorno: migliora l’umore e diminuisce lo  stress. 

6. La libido è sparita

La Mayo Foundation for Medical Education and Research ha esaminato la libido nelle donne e ha scoperto che avere poco interesse verso il sesso o addirittura nessuno stimolo può essere dovuto alla mancanza di sonno.

Anche tu hai uno di questi segnali? Allora corri al riparo e cerca di dormire di più. Aiutati con i cibi e le bevande giuste.

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martedì 30 maggio 2017

Paleo torta con mandorle e cioccolato extra fondente

Paleo torta con mandorle e cioccolato extra fondente





INGREDIENTI X 15 porzioni 
  • 300 gr di farina di mandorle 
  • 4 uova
  • 100 gr di cioccolato extrafondente dall'85%
  • 70 gr di arachidi o mais
  • 70 gr di miele 
  • 2 cucchiaini di bicarbonato
 
PROCEDIMENTO

Separate albumi da tuorli e montate gli albumi a neve ferma.

A parte amalgamate i tuorli con l'olio, miele e cioccolato (tutto sciolto precedentemente; il cioccolato a bagnomaria).
Alla farina di mandorle unite prima il bicarbonato, poi i tuorli (con l'olio/miele/ciocco) e amalgamate; infine gli albumi dal basso verso l'alto per non farli smontare.

Per la teglia (visto che non si può usare burro e farina per evitare che si attacchi tutto) usate della carta forno inumidita e strizzata bene.

Tutto in forno, 30min circa a 180° (per la cottura: prova stecchino!!!)

Una volta che la torta si è raffreddata per bene, la rivoltate nel vassoio e potete già magiarla

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Epicondilite o gomito del tennista

Epicondilite

L’epicondilite è un dolore localizzato all’epicondilo, che rende dolorosi o quando è molto grave, anche impossibili alcuni movimenti semplici come ruotare la maniglia della porta, oppure versare da bere.

epicondiliteL’epicondilo è un distretto anatomico che di trova all’altezza dell’articolazione del gomito: è facilmente individuabile portando il braccio a 90 gradi, piegando il gomito e ruotando la mano ponendo il palmo verso il basso. L’area sopra il gomito, appunto è quella interessata dall’epicondilite, ovvero l’infiammazione dei muscoli che si inseriscono sull’epicondilo.

Spesso erroneamente, viene chiamata anche Gomito del tennista, in quanto il tennis è uno di quegli sport che spesso genera  infiammazioni all’epicondilo. Va ricordato che anche altri soggetti, possono esserne colpiti, come muratori e manovali, o chiunque esegua ripetutamente dei movimenti di flessione del braccio e rotazione del polso.

Quali sono le cause dell’epicondilite?

Generalmente vanno ricercate in uno scorretto uso dell’articolazione che messa in sovraccarico, tende ad infiammarsi nella componente epicondilare, ma non va assolutamente sottovalutata, la compresenza di patologie  a carico del rachide cervicale (c5-c6-c7), e proprio la compresenza di Cervicalgia, deve destare sospetto e attenzione nel trattamento per evitare il fallimento, per incompletezza di trattamento alla fonte del problema.

Come si Capisce che siamo affetti da una Epicondilite?

Il dolore specifico alla palpazione dell’epicondilo rappresenta il segno che caratterizza l’affezione. Viene eseguito sul gomito piegato a 90 gradi, e si palpa così il tendine comune epicondileo, l’interlinea omero-radiale, il bordo esterno della testa radiale e la zona in cui emerge il nervo radiale. Alla palpazione quasi sempre si apprezzano un paio di cordoni mialgici nel muscolo corto supinatore e nei muscoli radiali.

Altro segno quasi certo è il dolore provocato nei muscoli epicondilari, quando si chiede una estensione contrastata del polso a dita flesse e l’estensione contrastata delle dita, sopratutto del medio.

Come si cura una epicondilite?

Generalmente questa patologia, è molto ostica, e il trattamento orale mediante antinfiammatori come Fans, non basta ( Al primo dolore, si può assumere un antinfiammatorio, ma non è consigliato l’uso per oltre i 5 giorni, e sempre sotto controllo medico).

Se persiste la sintomatologia dolorosa, va presa in esame il trattamento di fisioterapia per l’epicondilite, il prima possibile, per evitare fenomeni di cronicità, che possono allungare di molto la guarigione.

Per prima cosa, va assolutamente allontanata la causa del dolore (racchetta da tennis, lavoro manuale intenso..ecc ecc) fino al completo superamento del dolore. Evitare Prove varie per testare il livello di infiammazione, in quanto avrebbero solamente come effetto il riacutizzarsi della sintomatologia.

Come secondo rimedio, è consigliata la crioterapia: Borsa del ghiaccio classica, con cubetti, da mettere sulla zona dolorosa per almeno 15 minuti, 3 volte al giorno (non tenete sulla zona per oltre il tempo consigliato, pena ustioni da freddo).

Si può provare a trattare la zona con impacchi serali di crema antinfiammatoria (Voltaren, dicloreum, ecc ecc o creme naturali come arnica). Si mette una quantità di crema senza massaggiarla, e ricoprendo la zona con pellicola trasparente per cibi, e si lascia tutta la notte. Il calore e la non traspirazione aumentano la porosità della pelle, che permette una penetrazione maggiore del farmaco. Non protrarre questa pratica per più di 1 settimana, e interrompere immediatamente in presenza di arrossamenti, o screpolature della pelle.

Durante la giornata, è possibile provare a migliorare il “Sovraccarico” dell’epicondilo, mediante l’uso di un piccolo tutore, che va posizionato subito al di sotto della zona dolente, proprio nell’area molle al tatto. Tale tutore può essere usato anche durante gli allenamenti nel tennis, o durante le sessioni in moto. Abbiamo provato molti Tutori, ma questo proposto è sicuramente il migliore.

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lunedì 29 maggio 2017

I grassi non sono nostri nemici

 grassi non sono nostri nemici. Anzi, possono salvarci la vita.


Infatti, la ricerca suggerisce che mangiare grassi saturi sani favorisce la perdita di peso.

Quando si mangiano grassi sani in un pasto (ad esempio olio di cocco, burro biologico, ghi o burro di capra biologico), questo rallenta l’assorbimento del cibo e si resiste più a lungo senza provare fame.

I grassi danno molta soddisfazione, soprattutto se abbinati a una dieta con pochi carboidrati. E’ difficile mangiare troppo se si segue una dieta a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi e proteine.

Inoltre, mangiando molti grassi e pochi carboidrati, il corpo è costretto a bruciare i grassi per produrre energia. Se invece mangi molti grassi assiemea grandi quantità di carboidrati, il corpo brucia i carboidrati (e i grassi si accumulano).

Ecco altri benefici dei cibi naturali ricchi di grassi:

· Proteggono la salute dei tessuti e degli organi interni e li mantengono al loro posto tonici ed elastici (cioè evitano che cedano, creando prolasso o per esempio emorroidi, problema tipico di molti vegetariani non in salute e troppo salutisti)

· Servono per una corretta assimilazione delle vitamine liposolubili: A, D, E e K

Sfortunatamente, molte persone continuano a temere (e spesso a evitare come la peste) qualunque tipo di grasso, anche quelli fondamentali per la salute…

I diversi tipi di grassi

I grassi si dividono in 3 grandi categorie, a seconda del numero di legami di carbonio che contengono. Gli acidi grassi polinsaturi contengono svariati doppi legami di carbonio, gli acidi grassi monoinsaturi hanno un solo doppio legame, quelli saturi non ne hanno affatto.

Gli acidi grassi polinsaturi Omega 3 e Omega 6 sono detti “essenziali” perché, a differenza delle altre due categorie di grassi, non possono essere ricavati a partire dal glucosio. Devono perciò essere necessariamente introdotti con la dieta.

Gli acidi grassi Omega 3 si possono introdurre mangiando vegetali a foglia verde e alghe, gli acidi grassi Omega 6 si possono introdurre mangiando i semi. Dato che i semi rendono molto più olio rispetto alle foglie e si possono coltivare spendendo meno, i produttori di cibo per la grande distribuzione preferiscono produrre oli di semi come olio di semi di soia, di mais, di arachidi, e così via…

Dal momento che la nostra dieta è sempre più orientata verso il consumo di prodotti industriali, abbiamo di conseguenza più che triplicato l’apporto di Omega 6 nel corso degli anni.

I grassi che possono nuocere alla salute

Oli di semi raffinati e margarine

Sempre più persone sostituiscono i grassi di origine animale come il burro con oli di semi raffinati e margarine.

La dietetica tradizionale li identifica come prodotti light e salutari, ma la realtà è un’altra: il consumo di margarine e grassi vegetali idrogenati è molto rischioso!

Infatti questi grassi:

  • provocano pressione alta
  • innalzano i livelli di colesterolo
  • aumentano i rischi di infarto, tumore e altre malattie degenerative

Per questo motivo vanno assolutamente eliminati dalla nostra dieta.

Acidi grassi Omega 3 e Omega 6 in eccesso

Gli acidi grassi Omega 3 e Omega 6 (contenuti soprattutto negli oli di semi) se consumati in eccesso possono essere dannosi. Il loro problema principale sono i doppi legami di carbonio, che facilmente reagiscono con l’ossigeno.

Se la quantità va oltre i livelli ottimali, il corpo ossida i grassi omega 6 prima degli altri grassi. Questo è uno sforzo che fa per sopperire all’eccesso.

In quasi tutte le diete moderne, i grassi omega 6 sono quindi ossidati, visto che ne assumiamo più degli altri grassi. E questa ossidazione causa diversi problemi, come:

  • danni al fegato, soprattutto se sono mangiati in unione con fruttosio o alcool
  • innalzamento dei livelli di LDL (colesterolo cattivo)
  • allergie e asma (nel caso di eccessivo consumo di Omega 6)
  • invecchiamento precoce e accorciamento della vita (nel caso di eccessivo consumo di Omega 3)

La tossicità degli omega 3 diventa più alta se i grassi diventano rancidi. In genere i pesci vengono refrigerati o congelati immediatamente dopo essere stati catturati e i loro oli omega 3 restano freschi.

Le capsule di olio di pesce, invece, sono di solito conservate a temperatura ambiente per lunghi periodi di tempo. L’olio di pesce in capsule quindi inevitabilmente diventa rancido e i grassi omega 3 sono facilmente ossidati.

I grassi che devi introdurre: saturi e monoinsaturi

I grassi saturi e monoinsaturi sono sicuri da consumare, anche in grandi quantità.

Nelle diete per perdere peso e con poche calorie, questi sono i primi macronutrienti ad essere eliminati. Ma questo è un grave errore.

Il corpo tollera molto bene i grassi saturi e se ne possono consumare anche in grandi quantità, infatti:

  • Sono i grassi strutturali del corpo umano e producono dal 75 all’80% degli acidi grassi nella maggior parte delle cellule.
  • Sono le fonti di energia primarie per la maggior parte del corpo e sono una forma di energia più salutare rispetto al glucosio.

Inoltre non hanno tossicità conosciuta, anche ad alte dosi, a meno che un disturbo metabolico o un’alta presenza di insulina non impedisca ai grassi di essere utilizzati o conservati nelle forme di trigliceridi e fosfolipidi.

Un altro fattore che avvalora la sicurezza dei grassi saturi e monoinsaturi è la facilità del corpo di conservarli nelle riserve. Come elementi strutturali delle cellule, questi acidi grassi costituiscono quasi la metà della massa magra del corpo. Le principali riserve sono il muscolo scheletrico e il tessuto adiposo.

I grassi saturi e monoinsaturi, non i carboidrati, sono esattamente ciò che il nostro corpo vuole usare per ricavare energia. Se il glucosio fosse la migliore risorsa di energia, il nostro corpo avrebbe dei modi per conservarlo in grandi quantità.

Ma il corpo conserva i grassi, e questo dovrebbe farci pensare…

Benefici del consumo di grassi saturi e monoinsaturi

Miglioramento del profilo lipidico

Il consumo di grassi saturi migliora il profilo lipidico in due modi:

  • aumenta i livelli di colesterolo HDL (comunemente conosciuto come colesterolo buono)
  • rende le particelle di LDL (comunemente conosciuto come colesterolo cattivo) più larghe ed elastiche proteggendole dalla glicazione e dall’ossidazione

Come risultato del miglioramento della dimensione delle particelle di LDL, i grassi saturi riducono i livelli di LDL ossidato.

Aumento della massa muscolare

Molte persone credono che l’eccesso di calorie sia conservato nei tessuti adiposi e che l’obesità sia il risultato della conservazione delle calorie in estate in preparazione al freddo inverno. Ma non è questa la verità!

Negli umani, in cui manca una tendenza stagionale a conservare i grassi e che hanno un grande bisogno di glucosio, il muscolo è l’organo di maggiore deposito dell’energia in estate.

Il muscolo, quanto a calorie, è costituito per la maggior parte da grasso e per poco della metà da proteine.

Minori rischi di malattie cardiache e ictus

Negli Stati Uniti il Framingham Study ha evidenziato che più grassi saturi e monoinsaturi si mangiavano e minori erano le probabilità di avere un ictus. Un altro studio ha mostrato che un alto consumo di grassi saturi è collegato a un più basso rischio di malattie cardiache e ad una migliore pulizia delle arterie.

Come assumere la giusta quantità di grassi buoni ogni giorno

Il modo migliore per assumere il giusto quantitativo di grassi di buona qualità e acidi grassi essenziali nella nostra dieta è usare come grassi principali l’olio extravergine d’oliva, il ghi, l’olio di cocco, il burro biologico da animali al pascolo e il burro di capra biologico.

Questi grassi vanno consumati crudi e accompagnati a una delle pietanze del pranzo o mescolati ai frullati da preparare al mattino, di cui trovi le ricette sul ricettario di base di Energy Training.

In particolare:

L’olio extravergine d’oliva è costituito prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi (che favoriscono la sostituzione del colesterolo LDL presente nel sangue, causa di infarti e di ostruzioni vascolari, con colesterolo HDL), con la presenza in giusta quantità di acido grasso linoleico, polifenoli, vitamina E e beta carotene.

Procurati olio biologico e ottenuto da olive premute a freddo e usalo per condire a crudo, per saltare a bassa temperatura e per cuocere in forno.

L’olio di cocco contiene vitamine e ferro. Fa molto bene ai capelli e alla pelle, favorisce l’immunità e migliora il metabolismo. Puoi usarlo nella cottura dei cereali e nelle preparazioni dolci.

Il ghi è un burro chiarificato (sottoposto a una lenta cottura attraverso cui sono state eliminate tutte le sostanze più indigeste). Nutre in profondità, reidrata il corpo e contrasta l’eccesso di calore.

E’ ottimo a fine cottura per condire i cereali in chicchi e può essere consumato sia crudo che cotto.

Un’altra preziosa fonte di grassi buoni è il tuorlo dell’uovo crudo. E’ uno degli alimenti più ricchi di enzimi esistenti al mondo, viene immediatamente assimilato senza lasciare tossine e senza interferire con il metabolismo dei grassi e del colesterolo.

Quando lo cuoci, invece, il tuorlo diventa estremamente pesante ed è causa di ipercolesterolemia. Non devi mai cuocerlo, così potrai disporre delle proteine in esso contenute senza disperderle e senza danneggiarti.

Assicurati sempre che le uova siano freschissime, di provenienza biologica, di galline allevate a terra e all’aperto. Puoi consumarlo a colazione preparando un frullato con frutta e superfoods. Oppure puoi consumarlo salato cuocendo l’albume e versandoci sopra il tuorlo a fine cottura.

Altre fonti di grassi buoni sono salmone selvaggiocrostacei, e carni di bovino e agnello.

Per quanto riguarda gli oli di semi, ricchi di acidi grassi essenziali, puoi consumare ogni tanto piccole quantità di olio biologico ed estratto a freddo di zucca, canapa o lino, ma solo se non hai colesterolo alto o sindromi allergica o infiammatorie.

Elimina invece gli oli vegetali come soia e mais e tutti i prodotti che li contengono (tieni presente che questi oli sono contenuti anche nella maggior parte dei prodotti biologici da forno, fette biscottate, biscotti e altri prodotti confezionati).

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lunedì 22 maggio 2017

Torta low carb con farina di mandorle

Torta low carb con farina di mandorle di Giò


Torta a basso contenuto di carboidrati, poiché la farina di mandorle contiene veramente pochissimi carboidrati e tanti grassi buoni, senza burrosenza latte e senza zucchero! 

Tutto questo la rende una torta veramente leggera, adatta ai diabetici e alle persone intolleranti al glutine!

Pochi ingredienti e davvero tanto tanto facile! È pronta in pochissimo tempo!

INGREDIENTI

  • Farina di riso 80 gr
  • Farina di mandorle 200 gr
  • 1 mela (senza riduciamo i carbo)
  • 1 uovo
  • 1 bustina di lievito
  • Dolcificante a piacere
  • 2 cucchiai di olio di semi di mais
  • Acqua q.b

PROCEDIMENTO

  1. Unite tutti gli ingredienti secchi in una ciotola, quindi le farine, il lievito e il dolcificante se in polvere.
  2. Unite poi l’uovo, l’olio di semi e mescolate tutto con le fruste o con un semplice cucchiaio viene benissimo ugualmente!
  3. Aggiungete acqua mentre mescolate finché il composto non risulta abbastanza cremoso
  4. Versare in una teglia da forno non troppo grande, e infornare a 180 gradi per circa 30/40 minuti.

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domenica 21 maggio 2017

Spezie della salute: Curcuma, Zenzero, Peperoncino e Cannella

Spezie della salute: Curcuma, Zenzero, Peperoncino e Cannella


Le spezie sono conosciute fin dall’antichità. Inizialmente erano usate soprattutto per insaporire cibi e bevande ma con il passare del tempo, si è iniziato a scoprire e sperimentare anche i loro effetti benefici sulla salute. Insieme alle erbe sono quindi tra i primissimi rimedi naturali che l’uomo ha utilizzato per far fronte a disturbi di diverso genere. In questo articolo parlerò di curcuma, zenzero, cannella e peperoncino, rimandando a dei prossimi approfondimenti la scoperta di altre spezie (la lista è lunghissima e un solo post non sarebbe esaustivo).

Curcuma

Iniziamo subito con la mia spezia preferita e probabilmente una delle più salutari in assoluto: la CurcumaRicca di potassio, ferro, magnesio, calcio, vitamina C e B6, questa polverina di colore giallo aranciato dà una botta di vitalità ed energia a tutto cio’ con cui entra in contatto. Non a caso questa spezia (che proviene dall’India) occupa un ruolo di primissimo piano nelle più antiche medicine tradizionali e ciò è dovuto soprattutto ai suoi poteri antinfiammatori, antidolorifici e antiossidanti. Viene utilizzata per proteggere il fegato, ridurre il colesterolo nel sangue e stimolare la digestione. Attualmente, poi, sta ottenendo molti riconoscimenti anche dalla medicina ufficiale visto che recenti studi hanno dimostrato buone potenzialità di questa spezia nella lotta ad alcuni tumori soprattutto a livello preventivo o nell’affiancamento alle tradizionali terapie anticancro. E’ buona abitudine aggiungere ogni giorno un po’ di curcuma ai propri piatti (possibilmente cruda) meglio se associata ad un pizzico di pepe nero che ne favorisce l’assorbimento. Si sposa bene con pasta e risotti, ma anche con le verdure cotte e si può fare addirittura un olio a base di curcuma da utilizzare come condimento a crudo. Se volete assaggiare una bevanda alla curcuma potete provare invece il Golden Milk particolarmente indicato per chi ha problemi articolari.

Zenzero

Lo zenzero è un’altra spezia portentosa considerata ‘calda’ dalla medicina orientale. Certamente tra le proprietà più note c’è quella di migliorare le funzioni dell’apparato digerente e alleviare la nausea (anche in gravidanza). Se volete utilizzarlo a questo scopo potete masticare un pezzettino di zenzero per qualche minuto o grattugiarne un po’ sopra le vostre pietanze preferite, personalmente lo utilizzo spesso nelle zuppe e vellutate perché ha un forte effetto ‘riscaldante’ e dà un leggero tocco piccante alle verdure. Questa spezia di origine asiatica è poi un rimedio naturale molto indicato per i problemi che colpiscono l’apparato respiratorio e per combattere i sintomi influenzali. La tisana allo zenzero è consigliata in caso di raffreddore per sciogliere il muco e facilitare la respirazione. La preparazione è semplicissima: basta lasciare in infusione per circa 10 minuti delle fettine di zenzero o dello zenzero grattugiato in acqua bollente, filtrare e bere. C’è chi aggiunge dello zucchero, personalmente lo sconsiglio... meglio scegliere dei dolcificanti più naturali… Questa spezia viene utilizzata anche per migliorare la circolazione, alleviare il mal di denti e il mal di testa e regolare il metabolismo, permette di bruciare più facilmente calorie (è dunque particolarmente indicata per chi segue una dieta!).

Peperoncino

Il peperoncino è una spezia che o si ama o si odia. Per via del suo sapore piccante è perfetta per dare un tocco in più a sughi e condimenti di ogni genere ma a patto di non esagerare… Il peperoncino è ricco di vitamina A e soprattutto C, contiene una sostanza (la capsaicina) che ha proprietà antinfiammatorie e antibatteriche è quindi buona cosa consumarlo regolarmente a piccole dosi (un consumo eccessivo può dare problemi di bruciore di stomaco ed essere quindi controproducente). Grazie al suo potere vasodilatatore, favorisce la circolazione, fluidifica il sangue, contribuisce a ridurre il senso della fame e stimolare il metabolismo che così può bruciare più grassi. Come lo zenzero, quindi, il peperoncino è particolarmente consigliato a chi sta a dieta. Tra l’altro è una spezia che si può facilmente coltivare sul proprio balcone, qui qualche consiglio su come fare.
Grazie ai poteri antinfiammatori della capsaicina, il peperoncino può essere usato anche per massaggiare parti del corpo in cui si sente dolore indipendentemente che questo sia di origine muscolare, cartilaginea o ossea. Basta mescolare bene 3 cucchiaini di polvere di peperoncino in 100 ml di crema neutra (la trovate in erboristeria!) e poi massaggiare sulla parte dolorante, meglio se con dei guanti di lattice. Attenzione a non toccare occhi e mucose!!! Il bruciore è terribile ;-)

Cannella

La cannella è una spezia portentosa e dal profumo inebriante. Era conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà antisettiche e si utilizzava per combattere virus, batteri e funghi di diverse specie. Più di recente si è poi scoperto che questa spezia aiuta a regolare la quantità di zucchero nel sangue, stimola la circolazione, favorisce la digestione e contrasta la fermentazione intestinale, è un potente antiossidante ed è utile in caso di raffreddore ed influenza.
Qualche spruzzatina di cannella si può utilizzare per aromatizzare alcuni cibi e per rendere le vostre pietanze più digeribili dato che questa spezia va a stimolare un particolare enzima digestivo che si occupa della scissione dei grassi. Perfetta anche per chi segue una dieta (dato che toglie il senso di fame) e per chi deve disinfettare una piccola ferita al posto dei tradizionali disinfettanti. Grazie alle sue proprietà antisettiche, infatti, bastano poche spruzzatine di cannella per evitare che si crei terreno fertile per batteri e virus. Ottima poi la tisana di cannella, potete trovare una ricetta qui. Se volete ottenere dei benefici sull’umore potete invece diffondere negli ambienti della vostra casa l’olio essenziale di cannella, in breve tempo tutto diventerà più caldo e accogliente!

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mercoledì 17 maggio 2017

40 fiori da mangiare

40 fiori da mangiare

L’uso in cucina dei fiori risale a migliaia di anni fa, dalla civiltà cinese a quella romana alla greca. Molte culture usano queste meraviglie della natura nelle loro ricette tradizionali, pensiamo ai

fiori di zucca utilizzati da noi italiani o ai petali di rosa nelle preparazioni indiane.

Aggiungere fiori nei nostri piatti può essere un buon metodo per dare colore, sapore e fantasia. Alcuni sono speziati, altri erbacei, altri fragranti ecc.

Spesso vengono utilizzati in insalate, te, come guarnizione soprattutto di dessert o nei cocktail, ma l’uso creativo non ha limiti. Prima di vedere quali sono i 40 fiori da usare in cucina, alcune raccomandazioni. Perché per quanto possano avere un aspetto amabile, mangiare fiori potrebbe essere… mortale! Niente panico, però bisogna adottare alcune precauzioni nel consumarli in perfetta sicurezza.

Ecco le raccomandazioni: a) mangia fiori che sai essere commestibili, nel dubbio consulta un libro specializzato a riguardo b) mangia fiori che hai coltivato tu stesso. Quelli che provengono dal fiorista sono trattati con agenti chimici e pesticidi, dopotutto sono venduti come ornamento per finire in un vaso non in un piatto c) non utilizzare fiori colti per strada o nei giardini pubblici. Anche questi molto probabilmente sono stati trattati con sostanze per noi tossiche d) mangia solo i petali: rimuovi pistilli e i gambi e) se soffri di allergie, utilizza i fiori in cucina gradualmente.

Dall’allium alla viola

Allium – Tutti  fiori della famiglia dell’allium (porri, erba cipollina, aglio…) sono edibili e gustosi! Anzi, ogni parte di queste piante è commestibile

Aneto – Fiori gialli dal sapore molto simile all’erba

Angelica – A seconda della varietà, i fiori vanno dal lavanda/blu al rosa acceso. Il sapore ricorda la liquirizia

Basilico – I fiori di questa pianta sono disponibili in una varietà di colori, dal bianco al rosa al blu. Il sapore è simile alle foglie, ma più debole

Borragine – Di una bella tonalità blu, il fiore sa di cetriolo!

Calendula – Da utilizzare in cucina assolutamente. Il gusto è piccante, sapido, pepato. Il colore dorato aggiunge un tocco di lusso a qualsiasi piatto

Camomilla – Ricorda la margherita. I fiori hanno un sapore dolce e vengono spesso utilizzati negli infusi, che ve lo dico a fare. Ma l’aroma è da sfruttare anche per le vostre ricette.

Cerfoglio – I fiori dal gusto delicato con una nota di anice

Cicoria – L’amarognolo della cicoria è più accentuato nei petali e boccioli. Messi in salamoia sono ottimi

Citrus (arancio, limone, lime, pompelmo…) – I fiori sono dolci e molto profumati. Da utilizzare con parsimonia o il sapore nel vostro piatto sarà coperto

Coriandolo – Come le foglie, o lo si ama o lo si odia (io lo odio): i fiori ne condividono il sapore erbaceo. Da utilizzare freschi: scaldandoli perdono il loro fascino

Crisantemo – Un pò amaro, la varietà di colori è un arcobaleno. Il sapore va dal piccante al pungente

Dente di leone – I boccioli si possono mettere sottaceto. La salsa di fiori di tarassaco (il nome meno comune di dente di leone) è ottima con la pasta

Finocchio – I fiori gialli sono una delizia per gli occhi con un sottile sapore di liquirizia

Fiordaliso – Erbaceo nel sapore, i petali sono commestibili. Da evitare il gambo amaro

Fiori di zucca – Gli utilizzi nella cucina italiana sono innumerevoli. Rimuovere sempre gli stami

Fuchsia – Da guarnizione, niente più

Garofano – I petali sono dolci e aroma profumato

Gelsomino – Questi fiori superfragranti vengono utilizzati nel te, ma si possono usare anche nei dolci

Girasole – I petali sono commestibili e il germoglio può essere cotto a vapore, come il carciofo

Gladiolo – Anche se il sapore è debole, possono essere farciti, o i loro petali per ingentilire un’insalata

Ibisco – Notoriamente utilizzato nel te, il sapore è vivace. In una crostata di mirtilli può essere il tocco in più (da usare con parsimonia)

Impatiens – Graziose piante da appartamento per l’abbondanza di fiori. In cucina limitiamoci ad utilizzarne i petali come decorazione

Issopo anice – Sia il fiore che le foglie hanno un sottile gusto di anice o liquirizia

Lavanda – Dolce, speziato e profumato, un tocco in più in piatti salati e dolci. A Marsiglia fanno un biscotto tipico all’aroma di lavanda, le “navette”

Lilla – Odore pungente, ma l’aroma agrumato è da sfruttare

Malvarosa – I fiori sono appariscenti per una decorazione giocosa. Il sapore… niente di che

Margherita – A sapore, i petali non sono il massimo, ma l’aspetto è fantastico!

Menta – Sorpresa! I fiori sanno di menta…

Monarda – I suoi fiori rossi hanno il sapore di menta

Nasturzio – Uno dei fiori commestibili più popolari. Brillantemente colorato con sapore dolce con una punta di peperoncino. Potete farcire i fiori, aggiungere nelle insalate ecc.

Ravanello – Di diversi colori, i fiori hanno un distinto sapore pepato

Rosa – I petali hanno un sapore profumato ideale in bevande, dolci e marmellate. Il sapore è più pronunciato nelle varietà più scure

Rosmarino – I fiori sono di un sapore più moderato rispetto alla pianta; utilizzatelo per guarnire piatti

Rucola – I suoi fiori sono piccoli e neri al centro, con un sapore pepato molto più accentuato delle foglie comunemente utilizzate

Salvia – Sapore simile a quello delle foglie, ma più delicato

Trifoglio – Qualora non troviate un quadrifoglio da tenere nel portafogli, usate i fiori del trifoglio per la loro dolcezza con note di liquirizia

Verbena odorosa –I fiori bianchi hanno sentore di limone. Ottimo il te e nei dolci

Viola – Adorabile e deliziosa, ha un sapore delicato di menta. Ideale per insalate, pasta, piatti a base di frutta e bibite

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