giovedì 11 maggio 2017

Intolleranze alimentari: quando quello che mangiamo ci fa male

Intolleranze alimentari: quando quello che mangiamo ci fa male


Poco dopo il pranzo si avvertono crampi allo stomaco tanto da dover restare a casa per non essere colti di sorpresa quando siamo in giro? Potrebbe essere il caso di un’intolleranza alimentare. Scopri quali sono le più comuni e quali cibi evitare.

Intolleranza o allergia

È bene non confondere le due cose: le allergie infatti sono reazioni di ipersensibilità, che significa che il corpo reagisce in modo anomalo a un determinato alimento, polline, erba o animale. Per difendersi da queste sostanze considerate dannose, il corpo produce anticorpi e si possono avere sintomi quali naso che cola, eruzioni cutanee e asma o qualcosa di più grave come uno shock anafilattico. Un’intolleranza invece si verifica quando il corpo non digerisce correttamente un determinato alimento. Non c’è alcuna risposta difensiva da parte del sistema immunitario e il sintomo più frequente è un malessere gastrointestinale. 

Le intolleranze più comuni

1. Lattosio

Quando il corpo non riesce a digerire il lattosio (lo zucchero del latte), si ha questo tipo di intolleranza. Il lattosio è un disaccaride composto da glucosio e galattosio. Di solito il lattosio viene scomposto in due zuccheri semplici grazie all’enzima lattasi così che è più facile da assorbire e digerire. Nel caso dell’intolleranza, questo enzima non esiste o non è prodotto in quantità sufficiente e viene ostacolata la totale digeribilità del lattosio. Come conseguenza si creano gas intestinali, crampi allo stomaco, nausea e diarrea. 

Come suggerito dal termine “zucchero del latte”, il lattosio si trova principalmente nel latte e nei suoi derivati come yogurt e formaggi. Spesso si trova anche come ingrediente aggiunto in cibi processati e integratori di proteine. Più è liquido il prodotto derivato dal latte, più lattosio contiene. Il latte è una vera e propria bomba di lattosio (4,5 g ogni 100 g), mentre il formaggio duro ne contiene meno (< 1 g ogni 100 g).

Se si ha questa intolleranza è necessario ridurre il consumo di latticini o scegliere prodotti senza lattosio o vegani. Nella maggior parte dei casi, è la quantità a fare la differenza (vale anche per le intolleranze al fruttosio e all’istamina). Si può tollerare bene per esempio un goccio di latte nel caffè ma non un bicchiere di latte caldo con miele la sera. L’ideale sarebbe eliminare completamente i prodotti caseari dalla propria dieta e reintrodurli gradualmente. Anche tenere un diario alimentare può aiutare a capire quali cibi vengono tollerati meglio. Inoltre, si può acquistare la lattasi in farmacia e portare questo medicinale sempre con sé quando si mangia fuori per esempio, così da aiutare la digestione.

Buona a sapersi: così come il latte di vacca, anche quello di capra e di pecora contiene lattosio. Il lattosio del latte senza lattosio è già scomposto in zuccheri semplici, ecco perché è facilmente digeribile e ha un sapore leggermente meno dolce del latte normale. Il latte a base di soia, mandorle o d’avena è una valida alternativa che non contiene questo zucchero del latte. 

2. Fruttosio

Nel caso di intolleranza o malassorbimento del fruttosio, si verificano disturbi gastrointestinali simili a quelli causati dell’intolleranza al lattosio. Chi soffre di intolleranza o malassorbimento del fruttosio ha una carenza dei trasportatori GLUT. La conseguenza è che nell’intestino tenue la quantità di fruttosio assorbito nel sangue è poco e va a finire nell’intestino crasso dove si trasforma in batteri.

Il fruttosio si trova nei seguenti alimenti:

  • frutta (soprattutto frutta essiccata, mele, pere, uva, prugne e ciliegie)
  • succhi di frutta
  • dolci
  • miele, sciroppo d’acero e nettare d’agave

Anche certe verdure sono difficili da digerire, come per esempio cavolo, broccoli o porro. Anche alcuni surrogati dello zucchero (o i polialcoli) come sorbitolo e xilitolo possono causare disagi gastrointestinali; si trovano in drink dietetici, chewing gum senza zucchero e dolci. Se si soffre di questa intolleranza quando si fa la spesa è meglio controllare le etichette di certi prodotti e verificare quanto zucchero o sostituti dello zucchero sono contenuti . 

Se si ha questo tipo di intolleranza è meglio evitare cibi contenenti il fruttosio all’inizio per poi reintrodurli gradualmente e a piccole dosi nella propria dieta per capire meglio quali sono quelli che creano più problemi. 

3. Istamina

L’istamina è un amina biogenica presente in tutti i tessuti umani contenuta in molti cibi. Quando si ingerisce, l’amina viene scomposta dall’enzima diamine ossidasi e metabolizzata. Nel caso di un’intolleranza, l’istamina non viene scomposta così velocemente e l’amina si accumula nel corpo. Quantità elevate di istamina nel sangue causano sintomi simili a quelli provocati dalle allergie: mal di testa, naso che cola, difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee e disturbi gastrointestinali.

Ecco alcuni alimenti che contengono istamina:

  • formaggi stagionati
  • pesce in scatola
  • alcol
  • crauti
  • salsiccie crude

Di norma tutti i cibi stagionati contengono alti livelli di istamina. Inoltre ci sono dei istamino-liberatori che stimolano il rilascio di istamina nel corpo. Tra questi:

  • cioccolato
  • fragole
  • pomodori
  • agrumi
  • avocado
  • frutti di mare

Nel caso di questa intolleranza è bene eliminare i cibi che contengono istamina o assumerli in piccole quantità. Spesso il grado di tolleranza varia anche a seconda del giorno.  

4. Glutine

La celiachia è l’intolleranza al glutine, da non confondere con l’allergia al grano. Se trascurata, questa intolleranza può portare a un’infiammazione cronica della membrana mucosa dell’intestino tenue. Il glutine è una proteina che si trova in:

  • grano
  • segale
  • spelta
  • spelta non matura (seme verde)
  • orzo
  • avena
  • piccolo farro (monococco)
  • farro
  • grano Khorasan

* L’aveva di solito non contiene glutine ma può essere contaminata durante la lavorazione. Per sicurezza, accertarsi che ci sai il simbolo del grano barrato.

I cibi contenenti glutine fanno scattare una reazione autoimmune nelle persone che soffrono di celiachia. Le cellule producono anticorpi che attaccano le cellule dell’intestino tenue danneggiando la mucosa e compromette l’assorbimento dei nutrienti. I sintomi comuni della celiachia sono diarrea, dolori allo stomaco, gas, affaticamento e deficit nutrizionali. Alcuni bambini soffrono anche di disturbi della crescita. 

L’unica cura contro la celiachia e seguire una dieta senza glutine. Molti cibi precofenzionati contengono glutine e anche piccole quantità di questa proteina possono causare i sintomi. I prodotti che hanno il simbolo del grano barrato non dovrebbero contenere glutine. 

Per esempio:

  • riso
  • quinoa
  • amaranto
  • granturco
  • grano saraceno
  • sorgo
  • patate e patate dolci

Solo l’1% della popolazione mondiale soffre di celiachia ma molte persone soffrono di sensibilità al glutine. I sintomi sono simili a quelli della celiachia, ma i cibi non danneggiano la mucosa e i sintomi si possono evitare seguendo una dieta senza glutine.

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