venerdì 13 novembre 2015

La tecnica sportiva

La tecnica sportiva


Con il termine tecnica, nello sport ci si riferisce ad un insieme di schemi motori utilizzati per la risoluzione di un compito sportivo, nel modo più razionale ed economico possibile, quindi la tecnica di una disciplina corrisponde ad un tipo ideale di movimento che, però, mantenendo gli indici caratteristici del movimento stesso può essere soggetto a cambiamenti, adattati alle particolarità individuali di chi lo esegue (personalizzazione della tecnica).

Ogni tecnica è costituita da molteplici schemi motori che a loro volta comprendono una struttura oggettiva (che rappresenta la percentuale più alta) ed una soggettiva.

La struttura oggettiva è di facile individualizzazione poiché tiene conto degli elementi fisici (gravità, cinematica, energia ecc.) e dello scopo del compito (salto in alto in lungo, velocità ecc.). 

La struttura soggettiva invece tiene conto delle varianti che alcuni atleti notevolmente virtuosi (sempre nel rispetto della componente oggettiva), possono inserire all'interno della tecnica stessa modificandola in modo tale da aumentarne l'efficacia, o cambiandone totalmente lo stile di esecuzione.

L'allenamento della tecnica forse rappresenta la base di tutti gli sport, in quando su di essa si realizza una solida preparazione fisica, frutto di un corretto stile d'esecuzione delle singole movenze, sia esse nell'ambito di un esercizio di condizionamento o di un esercizio stilistico.

L'allenamento della tecnica differisce nei vari tipi di sport, così senza entrare nel dettaglio si può dire che in attività che prevedono abilità chiuse o cicliche tale allenamento diventa relativamente più semplice poiché i fattori di disturbo sono facilmente individuabili e prevedibili (di conseguenza facilmente allenabili), ben più diversa è la situazione in tutte quelle attività aperte dove l'applicazione della tecnica deve tenere necessariamente conto dell'azione svolta dall'avversario.

Prima di entrare nel dettaglio sui sistemi di allenamento della tecnica, trovo interessante spiegare brevemente i meccanismi che portano all'acquisizione di un compito motorio. 

Il punto di partenza per qualsiasi compito si voglia eseguire nel migliore dei modi è la sua automatizzazione, che in termini "squisitamente" fisiologici significa passare lo schema motorio dai centri corticali superiori ai centri inferiori, più nello specifico dalla corteccia motoria al cervelletto al midollo spinale, in modo tale da avere una risposta adeguata in funzione di uno stimolo (in poche parole un riflesso condizionato da un apprendimento). 

Tutto questo si traduce in tre passi logici quanto essenziali per un corretto apprendimento:

IMPARAREAPPLICAREDIMENTICARE

Si immagini di iniziare un corso di guida per l'automobile, in un primo momento si imparano un insieme di nozioni sia teoriche che pratiche e si cerca di metterle in pratica. La guida risulta macchinosa, tutti i sensi sono attivati e diretti ad un unico scopo, guidare. 

Si ha la necessità di qualcuno che ci corregga continuamente e al momento opportuno.

In un secondo momento si cerca di applicare quanto imparato, si cerca di non commettere gli errori già corretti, si pensa a quale sia la decisione giusta tra quelle studiate nelle varie situazioni, ma la guida non risulta ancora fluida, spesso si arriva in ritardo sui comandi, non si ha visione periferica.

Si arriverà all'automatismo paradossalmente nel momento in cui si dimentica ciò che si è imparato. Nella realtà non si è dimenticato nulla, ma il tutto è stato trasferito ai centri corticali inferioriche dopo errori e relativi aggiustamenti sono in grado di svolgere il compito senza l'ausilio dei centri superiori, che nel frattempo possono occuparsi di altro. La guida risulta fluida, le scelte effettuate sono veloci, si acquisisce visione periferica, si arriva a prevedere in anticipo alcuni comportamenti.

Nello sport avviene proprio questo si impara si applica e quando si dimentica abbiamo ottenuto la risposta desiderata in termini di velocità tempo e ritmo. Un errore nelle prime due fasi porta a degli errori nella successiva che come si evince sono difficili da eliminare proprio perché il controllo cosciente non c'è (o per meglio dire è al minimo).

Correggere un errore in una tecnica già acquisita a volte può risultare impossibile, ecco perché il tempo dedicato all'allenamento della tecnica deve essere sempre di qualità mai di quantità. Creare uno schema errato significa precludere la carriera di un'atleta ed un corretto sviluppo delle sue potenzialità (l'allenamento è efficace se la tecnica è efficace).

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