sabato 6 ottobre 2012

PERCHE' ABBIAMO FAME


Il termine fame è usato comunemente per indicare l'avere un forte appetito o l'essere pronti per mangiare. Dopo un lungo periodo senza alimentazione, la sensazione di fame si trasforma in una sensazione progressivamente più grave, fino a diventare acutamente dolorosa.
E' oramai ampiamente dimostrato che le sensazioni di fame e di sazietà originano da segnali che, dai diversi distretti dell'organismo, vengono portati all'ipotalamo.
o        Segnali di appetito: il princiapale responsabile della fame è la grelina, un ormone prodotto dallo stomaco prima dei pasti. Durante il classico 'languorino di stomaco', dalla pareti di quest'ultimo si produce la grelina che si lega ai recettori presenti sui neuroni dell'ipotalamo, attivandoli. Il cervello recepisce che l'organismo ha fame.
o        Segnali di sazietà: curioso è il funzionamento dell'ormone leptina prodotto dal tessuto adiposo in quantità proporzionali alle riserve energetiche. In altre parole, quando un organismo ha molto grasso, 
o        Segnali sono prodotti da altri ormoni che originano da altri distretti dell'organismo: insulina dal pancreas, peptide Y (PYY3-36) dalle cellule della mucosa intestinale dopo i pasti e in proporzione alla loro quantità, colecistochinina (CCK) e glucagone like petpide 1 (GLP-1), dall'intestino tenue e dal duodeno.
      Se l'azione della leptina funzionasse in modo corretto, le persone obese non avrebbero mai fame! Invece, in questi soggetti, la leptina incontra una resistenza nel suo riconoscimento a livello dell'ipotalamo per cui non riesce ad indurre il segnale di sazietà. Ciò spiega come mai le persone obese hanno più fame.

Circa 300 milioni di adulti in tutto il mondo sono gravemente in sovrappeso, e a rischio di vita, perché facilmente suscettibili a malattie come il diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. 
"L'obesità è difficile da trattare" afferma Shulman "Non abbiamo buone terapie mediche per l'obesità rilevando che al momento, gli unici farmaci sul mercato hanno effetti collaterali intollerabili e hanno solo effetti modesti sul peso. "E' molto importante trovare altri obiettivi che potrebbero invece incidere sul cibo". 
Nonostante siano molti, gli anni in cui la ricerca si occupa della fisiologia di appetito e della fame, i ricercatori non hanno ancora un quadro chiaro su come il cervello mantiene o consuma i grassi. 
"Il grasso, è efficace a soddisfare la fame" afferma Shulman e i suoi colleghi dello Yale e della University of Cincinnati, ragione per cui vorrebbero capire come si comporta il cervello davanti un'assunzione diretta di lipidi. "Se potessimo capire ciò che accade potremmo scoprire finalmene, come trattare l'obesità".
I ricercatori hanno così utilizzato questo approccio per confrontare i lipidi presenti nel plasma sanguigno da ratti che erano a digiuno e d  ratti che avevano mangiato.
Inoltre, il NAPE non è aumentato nei roditori che mangiavano cibi ricchi di proteine o carboidrati, suggerendo così che, i livelli di NAPE riflettono la quantità di grasso mangiato in un pasto.
I ricercatori hanno scoperto che quando è iniettato per via sintetica nella cavità addominale o nel sangue, i roditori diminuiscono l'appetito. Più alta la dose di NAPE somministrata, meno cibo si consumava. "E 'davvero molto efficace", dice Shulman. "A dosi alte fa si che i ratti rimangano sazi anche fino a 12ore".
Somministrando una quantità di NAPE comparabile al picco che si verifica naturalmente dopo un pasto, i roditori ancora mangiato il 25% rispetto i controlli. 
La conseguenza è stata quella di ritrovarsi i roditori in "modalità siesta" come se avessero appena mangiato, dice Shulman, rilevando che ulteriori prove hanno confermato che gli animali avevano semplicemente sonno, e non hanno manifestato malattie o inabilità.
Quando i ricercatori hanno somministrato piccole quantità di NAPE direttamente al cervello, si è notata un effetto simile a quello di una dose più alta somministrata nel sangue."Ciò suggerisce che il composto comunica direttamente con il cervello" dice Shulman.
Questo è stato dimostrato attraverso l'ispezione dei campioni di cervello che erano state colorate così da rivelare le cellule in cui ha agito il NAPE "La maggior parte dell'appetito è regolato a livello ipotalamico, e quella era la zona che si colorava, per cui siamo stati lieti di apprendere che il NAPE funziona", dice Shulman. "e che è coinvolto negli stimoli di sazietà, comunicando al cervello che c'è molta energia e che quindi è necessario arrestare la quantità di cibo da ingerire".

Purtroppo, la pratica non è così semplice. Spesso,  mangiamo quando abbiamo troppa fame e continuano a mangiare, al di là della piacevole sensazione di pienezza e tutto ciò può portare all’aumento di peso.
Molte persone mangiano per motivi diversi dalla semplice fame come in risposta a stato d’animo: tristezza, rabbia, ansia, noia o la felicità.
Quando questi segnali non vengono recepiti in modo corretto dal nostro cervello o quando vengono del tutto ignorati, si mangia in modo sproporzionato inducendo un'alterazione dei meccanismi di controllo delle riserve energetiche.

Nuovi studi
Il team indaga su cosa accade ai lipidi di un pasto abbondante, quando entrano nel sangue. Secondo i ricercatori, i derivati lipidici che si originano durante la digestione, che entrano nel flusso sanguigno potrebbero servire stessi come messaggeri di segnale di appetito, una volta raggiunto il cervello.
Essi hanno scoperto solo bassi livelli di NAPE nel sangue dei ratti che erano a digiuno per 12 ore. Il livello del NAPE sono balzati da 40 a 50% negli animali che avevano cenato con alimenti particolarmente lipidici.
Infatti, il NAPE, riesce ad attraversare la barriera ematoencefalica, e si accumula nell'ipotalamo, regione specifica del cervello che regola la fame. Lì, il NAPE informa i neuroni che stimolano l'appetito, di smettere di mangiare. 
I ricercatori vorrebbero dimostrare che ciò che avviene nei ratti è simile a ciò che avviene nell'uomo. Se così fosse, Shulman, avrà individuato una sperimentazione clinica che permetterà di controllare l'assunzione del cibo in modo definitivo e soprattutto, senza effetti collaterali.

COME CONTROLLARE LA FAME

Molti fattori influenzano la sazietà. Una lunga lista di ormoni e meccanismi fisici innescano la fame e la sazietà. Per esempio, il glucosio nel sangue è pensato per stimolare la fame. Al contrario, gli ormoni come la serotonina e colecistochinina, contribuiscono alla sazietà.
Alcune persone hanno imparato a mangiare “ad orologio”, così si nutrono sulla base degli orari, indipendentemente se hanno fame o no.
Vediamo ora qualche piccolo ma efficace consiglio per tenere sotto controllo il proprio appetito :

·         Fate degli Spuntini : provate a mangiare a metà mattina e pomeriggio degli spuntini, magari a base di frutta, vedrete come arriverete a cena con meno appetito e quindi con le armi giuste per seguire il vostro Paino Nutrizionale.

·         Mangiate cibi ad alto contenuto di Fibre : questo tipo di cibi (cereali integrali, legumi, verdure e frutta) hanno la proprietà di normalizzare la peristalsi intestinale e di fornire un senso di sazietà essendo più voluminosi e poco calorici. Riducono inoltre l’ assorbimento dei grassi e migliorano la flora batterica intestinale.

·     Seguite un Piano Dieta Equilibrato : seguendo un Piano Dieta equilibrato sarete in grado di perdere peso fornendo al vostro organismo tutti i nutrimenti di cui ha bisogno evitando la fame dovuta ad una dieta priva o povera di alcuni cibi.

·         Fate Sport : l’ attività fisica regola controllando la fame  oltre ad essere il primo veicolo di consumo di calorie.Inoltre ci da quel senso di appagamento e soddisfazione che altrimenti ricerchiamo nel cibo.

di Paolo Fenza


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