sabato 23 agosto 2014

Le intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari
Intolleranza alimentare significa qualsiasi reazione ostile al cibo, diversa dall’allergia alimentare. Nell’ intolleranza il coinvolgimento del sistema immunitario non è stato dimostrato perché i test cutanei e gli altri esami per le allergie risultano negativi. Ciò non esclude la possibilità che le reazioni immunitarie siano coinvolte in un modo o in un altro, ed è possibile che esse siano un fattore primario nella produzione dei sintomi.

L’intolleranza alimentare non ha un tipologia definita di sintomi, infatti si presenta in ogni paziente in modo diverso, sia per il tipo di sintomo che per il tipo di cibo che lo provoca. Quindi è importante ribadire che non c’è un evidente meccanismo cui si possa imputare la reazione come succede nel corso delle allergie.

L’intolleranza alimentare è un tema complesso e non soggetto a generalizzazione.

Mentre la reazione allergica è immediata la reazione da intolleranza è più lenta a manifestarsi; spesso i cibi colpevoli sono alimenti che consumiamo regolarmente. L’intolleranza alimentare è molto più insidiosa dell’allergia e spesso è difficile da rilevare poiché i sintomi sono inizialmente molto blandi e vanno peggiorando con il tempo.

Esistono comunque eccezioni, poiché in alcuni casi, un influenza, una diarrea, l’uso di farmaci, ecc., può suscitare l’intolleranza.

L’allergia alimentare generalmente rimane per molti anni, spesso per tutta la vita, anche se il cibo incriminato viene evitato scrupolosamente.

L’intolleranza alimentare scompare se l'alimento non viene assunto, tuttavia può ricomparire se quel cibo viene consumato regolarmente.

I sintomi da intolleranza alimentare sono estremamente vari, e colpiscono quasi ogni apparato corporeo. Al fine di evidenziare un’intolleranza alimentare esistono vari test, però l’unico test in vitro eseguito sul sangue, che dopo anni di esperienza si è rivelato essere il più attendibile, è il Test Citossico I.B.A (Indagine Bioematologica Alimentare), dove l’estratto di cibo viene messo a contatto con globuli bianchi vivi che reagiscono se l’estratto è allergizzante. Ideato da A.P.Black e modificato da William Bryan, due medici che vi si dedicarono alla fine degli anni 50, il test si basa sull’osservazione che i globuli bianchi vivi possono essere danneggiati o distrutti quando entrano in contatto con cibi cui una persona è sensibile.

Come si esegue
Vengono prelevati 4 cc. di sangue venoso e messi in una provetta contenente 0,5 di sodio citrato al 3,8 % vengono poi separati i globuli bianchi e messi a contatto con ogni alimento da esaminare su di un vetrino. Un vetrino contenente solo globuli bianchi verrà usato per il confronto.

I vetrini che contengono concentrati di cibi ai quali non siete sensibili restano immutati; quelli che contengono cibi sensibili possono mostrare svariate reazioni, alcune delle quali indicano deterioramento dei globuli bianchi”. Le sensibilità sono valutate con un punteggio da uno a quattro a seconda della gravità.

Vantaggi
Richiede un minimo di dispendio di tempo da parte del paziente il che è importante nel caso di pazienti psicotici o bambini iperattivi con i quali è un problema avere una collaborazione costante. È efficace e rapido ed il risultato è pronto in poco tempo. È completamente innocuo, le reazioni sono oggettive; mette in evidenza sensibilità latenti ignorate da altri tipi di test, può essere usato anche per sostanze chimiche.

Svantaggi
Non riproduce i sintomi, non ha alcun elemento di trattamento. Necessita di un laboratorio di analisi, è molto lungo il tempo di esecuzione da parte del tecnico.

Indicazioni
Con la correta applicazione del test si ottengono benefici effettivi sulle seguenti patologie:

obesità
problemi metabolici
cefalee
gastriti
problemi intestinali
patologie cutanee
ritenzione di liquidi
stanchezza
problemi allergici
malattie reumatiche
malattie autoimmuni
 


Nessun commento:

Posta un commento