sabato 15 febbraio 2014

La CAFFEINA non fa miracoli. Attenzione con l'eccesso

 CAFFEINA

La caffeina è sostanza che appartiene ad un gruppo di lipidi solubili (purine).

Chimicamente è un alcaloide (xantina) provvista di azione stimolante del sistema nervoso centrale, di lieve azione diuretica e di modesto effetto vasodilatatore.

 
E’ molto somigliante alla teobromina, la sostanza alcaloide contenuta nel cacao ed alla teofillina, l’alcaloide delle foglie di The.
Questi tre alcaloidi, molto diffusi nel mondo vegetale, vengono denominati  xantine perché possiedono una struttura molecolare derivata dalla xantina.
Il termine xantina deriva dal greco xanthos, che significa giallo.
La caffeina, la teobromina e la teofillina sono xantine connesse a gruppi metilici e quindi vengono denominate metil-xantine.
La caffeina è 1,3,7-trimetil-xantina, la teobromina è 3,7 dimetil-xantina, la teofillina è 1,3-dimetil-xantina.
La caffeina è poco diluibile in acqua, alcol, etere e acetone.
E’ molto solubile in cloroformio, acetato di etile e tetraidrofurano.
In sospensione acquosa ha pH neutro; i suoi cristalli sono bianchi, inodori, con sapore amaro ed hanno punto di fusione tra 234 e 239°C.
Aumenta la lipolisi nei distretti periferici, migliora la concentrazione mentale, favorisce il catabolismo del glicogeno e ne frena la sua formazione aumentando l'utilizzo del glucosio circolante.

Una tazza di caffè può contenere 100-120 mg ed una di thè circa 70-90 mg.

Negli alimenti è presente principalmente nel caffè, nel cacao, nelle foglie di tè e si trova in natura in numerosi frutti, semi e foglie.

La caffeina rientra nell’elenco delle sostanze dopanti e deve essere quindi consumata con ponderazione dagli atleti agonisti per non determinare positività ai controlli antidoping.

La caffeina viene ben assimilata per via orale, con un apice plasmatico maggiore dopo 120 minuti.
Si distribuisce velocemente su tutti i tessuti attraversando la barriera ematoencefalica e la placenta.
Può essere presente nel latte materno e perciò devono essere prese particolari precauzioni nell’uso in caso di gravidanza ed allattamento.
L’assunzione di 100 mg di caffeina conduce a concentrazioni plasmatiche comprese tra 1,5 e 1,8 mg/ml.
L’eliminazione della caffeina dal corpo si compie dopo metabolizzazione epatica con produzione di acido 1-metilurico, 1-metilaxantina e 7-metilxantina.
Il 10% circa viene rimosso sempre per via renale come caffeina non modificata.
Il maggiore responsabile del metabolismo della caffeina è l’insieme enzimatico del citocromo p-450 A2 di cui le cellule epatiche sono particolarmente dotate.
L’emivita della caffeina è di 2,5 – 4,5 ore nell’adulto e si prolunga considerevolmente nel bambino appena nato a motivo dell’immaturità del suo sistema enzimatico.
Svariati motivi possono ancora condizionare l’emivita della molecola, tra i quali la condizione di gravidanza.
Non va dimenticato, oltre a ciò, che l’assunzione di alcool o farmaci quali contraccettivi, cimetidina, disulfiram e allopurinolo protendono a prolungarla, mentre il fumare l’abbrevia dato che sollecita il metabolismo epatico.
Gli effetti sul sistema nervoso sono controversi dal momento che dosi minori di 500 mg rivelano sensazioni piacevoli con aumento dello stato di veglia, di allerta, della possibilità di concentrazione e miglioramento complessivo delle funzionalità corporee e psichiche.
All’ opposto, dosi più consistenti favoriscono inquietudine, fremiti, nausea, agitazione, prestazioni incostanti e diuresi.
Questi effetti sono dovuti all’inibizione dei recettori benzodiazepinici da parte della sola caffeina, provvista di un grado di lipofilia superiore dei suoi metabolici e tale da consentirle di passare attraverso la barriera ematoencefalica più agevolmente.
La caffeina determina un effetto contrattile sulla struttura muscolare scheletrica favorendo il rilascio di Ca2+ nel reticolo sarcoplasmatico per influenza reciproca con i recettori rianodici (RgR1); per questa sua condotta viene utilizzata nel protocollo europeo per l’ accertamento dell’ipertemia maligna, grave sintomatologia farmacogenetica.
La sollecitazione di recettori analoghi (RgR2) vigenti a livello cardiaco e la coincidente inibizione della fosfodiesterasi, motivano l’azione cardiostimolante che ad alte dosi può tuttavia  provocare aritmie, tachicardia e fibrillazione ventricolare.
Caffeina e paraxantina possono influenzare la pressione arteriosa poichè aumentano la resistenza vascolare sistemica tramite il blocco dei recettori adenosinici con effetto contrattile.
Per ogni tazza di caffé,la pressione sistolica aumenta di 0.8 mmHg, mentre quella diastolica di 0.5 mmHg.
La caffeina viene impiegata contro l’emicrania per facilitare l’assorbimento ed aumentare l’attività dell’ergotamina, la quale induce vasocostrizione e riduzione del flusso sanguigno extracranico, interessando i ricettori serotoninergici.
Ulteriore effetto del blocco dell’attività dell’adenosinaè l’effetto antidolorifico.
La caffeina è in grado di limitare la liberazione di mediatori dolorifici provocati dall’adenosina a livello delle terminazioni nervose ed è capace di attivare le vie noradrenalinergiche  che attuano un’azione soppressiva sul dolore e di stimolare il sistema nervoso riducendo la componente affettiva nell’elaborazione della stimolazione.
La caffeina stimola la secrezione acida a livello gastrico per azione sui recettori H2 e per questo ragione andrebbe evitata negli individui predisposti all’ulcera.
Per quanto riguarda la tossicità acuta, si possono individuare esiti a breve scadenza in seguito ad assunzioni comprese tra 1 e 5 g di caffeina, che potrebbero causare concentrazioni plasmatiche superiori a 80 mg/ml.
Sintomi di intossicazione si mostrano con assunzioni attorno ai 250 mg, mentre posologie più elevate (650 mg), determinano la sindrome del “caffeinismo”, contraddistinta da ansietà, agitazione e disordini nel sonno molto simile allo stato ansioso da stress.
Questo tipo di manifestazione ansiosa inizia a farsi notare già a concentrazioni plasmatiche di 30 mg/ml a seguito di assunzioni di 1 g di caffeina.
L’assunzione continuata di quantità contenute di caffeina non ha rilevato effetti tossici.
Oltre a ciò, soggetti con ipertensione conclamata non hanno manifestato variazioni collegabili all’ uso di caffè , né sono stati riscontrati maggiori pericoli di infarto al miocardio.
La caffeina non risulta influire sul decorso di gestazioni o sul peso del nascituro, né induce anomalie genetiche.
Situazioni di tossicità cronica sono in grado manifestarsi in caso di prolungato utilizzo di caffè in associazione al fumo di sigaretta o all’alcool, poiché questi variano le caratteristiche farmacocinetiche della caffeina.
E' perciò difficoltoso stabilire se le conseguenze siano causate unicamente dalla base xantinica o da altre cause.
In ambito sportivo è usata per la sua azione stimolante, può migliorare le prestazioni atletiche in attività aerobiche moderate, diminuendo la sensazione di fatica, può portare ad un miglioramento dell’ossigenazione cellulare durante l’attività fisica.

Inoltre la caffeina aumenta i livelli di zuccheri e insulina nel sangue e aiuta a stoccare il glucosio nei muscoli sotto forma di glicogeno.

La caffeina può essere un alleato della salute, aiutando a prevenire perfino molte patologie, dalla cirrosi epatica al diabete (tenendo presente di non superare le 3 tazzine al giorno).

Questo è il responso dell’Istituto nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran), che ha svolto un lavoro di ricerca cui ha contribuito l’Istituto Farmacologico Mario Negri, la Fondazione per lo Studio sugli alimenti e la Nutrizione e il Coffee Science Information Centre.

Amleto D’Amicis, direttore dell’Unità di Documentazione e informazione Nutrizionale dell’Inran: “Il caffè non è una semplice soluzione di caffeina e poche altre sostanze brune, ma un alimento che contiene centinaia di specie molecolari, dai minerali come il potassio, precursori delle vitamine come la trigonellina, agli antiossidanti, ai lipidi terpenici.”


 
CAFFE' E SALUTE
 
Nell'ottobre 1970, a Venezia, si è tenuto il Primo Simposio Biofarmacologico sul caffè. 
 
L'anno dopo, nell'ottobre 1971 a Firenze, si e' ripetuto il Secondo Convegno, e nel 1972 a Vietri sul mare un terzo convegno ha integrato e completato l'esposizione delle proprietà delle sostanze attive contenute nel caffè, sancendo chiaramente gli effetti positivi e sfatando i pregiudizi negativi diffusi in passato.
Alcune sostanze in esso contenute provocano effetti benefici negli organi.

Naturalmente, come per ogni alimento, è necessario non farne abuso e non consumarne una quantità smoderata, se non si vogliono ottenere inconvenienti dovuti all'abuso.

L'abitudine a consumarlo quotidianamente non comporta assuefazione anche dopo lunghi periodi.

Il caffè infatti, e' una sostanza che agisce, in generale, sui centri nervosi, provocando un senso di benessere generale, spronando ad essere maggiormente vigili ed attivi sul lavoro non solo fisico, ma anche e soprattutto in quello che richiede maggiore prontezza di riflessi.

Tale stimolazione proviene dalla caffeina, in combinazione con l'acido caffettaninnico (miscela di vari acidi tra cui l'acido clorogenico e l'acido caffeico).

La caffeina, alcaloide che Runge scoprì nel 1820, si trova oltre che nel seme anche nelle foglie della pianta di caffè, the, cacao, cola, matè.

Ecco perché in alcuni paesi (Isola di Sumatra, ad esempio), si fa uso di decotti del fogliame torrefatto.

L'effetto eccitante, che si protrae da una a due ore dopo averla bevuta, agendo sul sistema nervoso cerebro-spinale, provoca un risveglio delle facoltà mentali, allontana la sonnolenza, la noia, la stanchezza, anche quella psichica, gli stati depressivi,  potenzia le capacità della memoria, dell'apprendimento, dell'intuizione e della concentrazione, facilita la percezione degli stimoli sensoriali, attenua le cefalee e le emicranie.

Inoltre, la caffeina potenzia il tono arterioso, senza alterare la pressione, migliorando anche la circolazione delle coronarie.

Va tenuto presente che le azioni sul cuore sono del tutto secondarie, e non sono rilevabili nelle dosi usuali di 2 - 3 tazzine.

Ciò vale soprattutto per quelle che possono essere considerate le azioni negative, cioè la tachicardia.

Anche i polmoni beneficiano dell'azione stimolante della tazzina di caffè : in essi si determina un potenziamento della dilatazione dei bronchi e della ventilazione polmonare, che facilitano una migliore respirazione.

A livello della muscolatura dello scheletro il caffè potenzia la capacità di contrazione muscolare, riduce la stanchezza, migliora il coordinamento dei movimenti e il rendimento sportivo.

Per questa sua azione tonica sulla muscolatura il caffè è indicato per gli sportivi, perché allevia la stanchezza, specialmente negli sport di lunga durata, quando maggiormente la fatica si impadronisce del fisico ed i movimenti tendono a farsi pesanti.

Sul gran simpatico stimola i nervi vasomotori e dunque facilita la digestione.

Nel fegato attiva la produzione della bile e la contrazione della cistifellea. Negli intestini coadiuva i movimenti, migliorandone le funzioni.

Altri effetti positivi della buona tazza di caffè si riflettono sulle reni, dove si ottiene la dilatazione delle arterie renali ed il conseguente potenziamento della diuresi.

Sulle ghiandole endocrine stimola la secrezione delle surrenali (corteccia/cortisone, ecc.; midollare/adrenalina), ed infine stimola la funzione tiroidea ed il metabolismo.

Ma attenzione a non eccedere : ricercatori britannici hanno scoperto che nelle persone che bevono più di 5 espressi al giorno (o 3 caffè americani), i sintomi di stress psicologico aumentano molto.

La caffeina in eccesso provoca un innalzamento dei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, responsabile dell'aumento della frequenza cardiaca, dei livelli di attenzione e della respirazione.

Secondo il National Institute od Diabetes and Digestive and Kidney Diseas americano, il caffé riduce i rischi di tumore al fegato; previene il tumore al colon-retto secondo studi dell'Università della Pennsylvania; riduce del 69% la probabilità di diabete di tipo 2 secondo una ricerca dell'Università della California; tiene lontano il morbo di Parkinson inattivandolo secondo una ricerca del National Health Institute americano; ha una azione broncodilatatoria aiutando l'asma secondo secondo una studio condotto dalla St George's Hospital Medical School di Londra; secondo l'Inran italiano ha una funzione digestiva, col movimento aiuta a dissipare le calorie ed aiuta a contrastare la cirrosi epatica e calcolosi biliare.

I ricercatori dell'Indiana University (USA) sostengono che la caffeina sia efficace quanto uno spray da inalare per ridurre i sintomi dell'asma indotta dall'esercizio fisico; dopo aver bevuto 4-5- tazze da 170ml di caffè un'ora prima dell'esercizio, un gruppo di runner su treadmill aveva i bronchi più aperti.

Per gli esperti dell'Istituto Mario Negri di Milano gli antiossidanti e la caffeina del caffè aiutano a difendere il colon, mentre kahweolo e cafestolo (due molecole del caffè) riescono persino a proteggere il fegato.

Quando si beve il caffè, il cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore del benessere.

Entro 45 minuti la caffeina, stimolando il sistema nervoso centrale, fa secernere adrenalina alle ghiandole surrenali e lo stato di vigilanza aumenta.

Con o senza caffeina il caffè sembrerebbe essere una ricchissima fonte di antiossidanti, anche più di frutta e verdura: all'Università di Scranton in Pennsylvania si è studiata tale proprietà.

Ovviamente ogni abuso di caffé annullerebbe in rapporto ogni benefico effetto!

Uno studio dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ha scoperto nel caffé alcuni antiossidanti che evitano al colesterolo cattivo di diventare ancora più dannoso.

Sono composti fenolici che impediscono l'ossidazione del colesterolo LDL, scongiurando il rischio che si modifichi e che attacchi le pareti dei vasi portando all'arteriosclerosi.

Uno studio dei ricercatori americani del National Cancer Institute di Rockville che ha coinvolto 400mila persone tra i 50 e i 71 anni per 14 anni, ha evidenziato che una media di 3-4 tazzine al giorno giova alla longevità.

Gli habituè dell'espresso risultano meno a rischio di malattie cardiache, respiratorie, ictus e infezioni al fegato.

Dai dati dello studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, si evince poi che la caffeina costituisce una sorta di protezione anche contro il diabete e nelle donne contro la depressione.

L'importate però è ovviamente non esagerare, è sempre meglio non superare i 3-4 caffé al giorno.

Anche annusare un barattolo di caffè appena aperto può dare felicità.

I ricercatori statunitensi della Harvard School od Public Health hanno scoperto che l'espresso regala il buonumore; ciò è dimostrato da un'importante revisione di tre studi americani per un totale di oltre 200 mila partecipanti, pubblicata sul World Journal of Biological Psychiatry : il consumo quotidiano di caffè, da 2 a 4 tazze, dimezzerebbe il rischio di suicidio.

Solo chi assume caffeina (senza esagerare) può trarre i benefici dell'espresso (quindi non i decaffeinati ad esempio) : l'alcaloide infatti non solo eccita il sistema nervoso centrale rendendo più svegli  ed efficienti ma agisce anche come blando antidepressivo, stimolando nel cervello la produzione di alcuni neurotrasmettitori come serotonina e dopamina, elementi associati al buonumore.

Alcuni studi che dimostrano la relazione tra caffeina e crescita dei capelli.

All'Università di Jena (Germania) hanno scoperto che la caffeina favorisce la crescita dei capelli. In ogni caso non serve bere tanti caffè : i ricercatori avrebbero stimato che servirebbero circa 60 tazzine di caffè per raggiungere i follicoli dei capelli!

Consigli utili per il bodybuilder 

Chi come me è nel periodo di aumento della massa muscolare, un eccesso di caffeina (caffè, tè o bevande e integratori contenenti stimolanti) porta ad un aumento dello stress che causa spesso la perdita del sonno, e noi sappiamo bene che i muscoli crescono a riposo.
Vi consiglio di limitare l'assunzione di questa sostanza durante l'arco della giornata per poi goderne i benefici, magari, nel pre allenamento.


 

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