lunedì 16 giugno 2014

Caffè decaffeinato: fa male? È cancerogeno? Proprietà e controindicazioni.

Caffè decaffeinato: fa male? È cancerogeno? Proprietà e controindicazioni.

Il caffè decaffeinato è una valida alternativa al normale caffè oppure fa male? È davvero cancerogeno come sostengono alcune tesi? Scopriamo le proprietà e le controindicazioni di questa bevanda cercando di approfondire l'argomento ancora oggi molto controverso.

Il caffè decaffeinato è una bevanda ormai molto diffusa nella nostra dieta, ma di cosa si tratta precisamente? Letteralmente, è caffé privato di caffeina, l’alcaloide dai noti effetti stimolanti sul sistema nervoso che è sconsigliato ad alcune categorie di persone (ansiosi, ipertesi, cardiopatici, donne in dolce attesa). Questa particolare versione del caffé fu inventata e realizzata per la prima volta in Germania nel 1905, da un certo Ludwig Roselius. Ma analizziamone insieme le principali caratteristiche.

Come si ottiene il caffè decaffeinato?

Abbiamo accennato prima che il caffè decaffeinato è chiamato così perché privato della caffeina; ma come avviene questo processo? Il metodo tradizionale prevedeva l’estrazione della caffeina con l’utilizzo di diclorometano; questo solvente però, ritenuto cancerogeno per l’uomo, è stato rimpiazzato da altri metodi, tra i quali:

il metodo ad anidride carbonica, quello attuale, che prevede un primo passaggio in cui i chicchi crudi, rigonfiati con lavaggio a vapore per facilitare l’estrazione di caffeina, vengono sottoposti a flussi di anidride carbonica a determinate condizioni di temperatura e pressione (40 c° e 100 - 120 atm). In questo modo, la caffeina, legata all’anidride carbonica, è poi recuperata con carbone attivo e i chicchi vengono essiccati e, successivamente, torrefatti;

il metodo ad acqua, sicuramente il più innocuo, in cui, con l’ausilio di speciali filtri, i chicchi, immersi in un infuso chimicamente simile al caffè ma senza caffeina, rilasciano appunto caffeina per diffusione, mentre gli aromi rimangono invariati perchè in equilibrio nella soluzione;

il metodo con trigliceridi, invece, prevede prima un bagno in infuso di caffè e poi una seconda immersione in olio di caffè, per asportare la caffeina dai chicchi.

Esiste, inoltre, un decaffeinato naturale, una varietà di caffè tutta nuova (Coeffe Charrierana) che nasce in Etiopia, ma non è ancora disponibile sul mercato perché le piante di questa specie crescono molto più lentamente delle altre e gli studi per velocizzarne la crescita continuano senza sosta ma, purtroppo, senza successo, almeno finora. Bisognerà, dunque, aspettare ancora un bel po’ per poter bere una tazzina di decaffeinato naturale!

Dopo l’estrazione della caffeina, i chicchi vanno incontro, come tutti gli altri, al processo della torrefazione: una lavorazione industriale del caffè che consiste nel tostare i chicchi ad altissime tempeature (oltre i 200°), aggiungendovi poi additivi, resine ed ammoniaca per permetterne una più lunga conservazione.

Calorie e valori nutrizionali

Quante calorie ha il caffè senza caffeina?

Cento grammi di caffè privato della caffeina, tostato o in polvere, hanno un valore energetico pari a circa 224 calorie, ma in realtà, quando si beve una tazzina di caffè di qualsiasi tipo, si ingerisce per lo più acqua. Il prodotto finale, quindi, avrà un contenuto calorico pari ad appena 1 caloria a porzione (circa 20 ml); ovviamente, le calorie aumentano con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero (18 calorie per cucchiano raso) o anche di latte per preparare un cappuccino decaffeinato (100 calorie per 125 ml circa).

I valori dei nutrienti contenuti nel chicco macinato ed in una tazzina.

Nel caffè decaffeinato macinato e tostato, i macronutrienti sono così ripartiti:

Carboidrati 37%.

Proteine 14%.

Lipidi 49%.

Le proporzioni cambiano notevolmente in una tazzina di caffè decaffeinato pronto:

Carboidrati 50%.

Proteine 50%.

Lipidi 0%.

Gli acidi grassi, infatti, sono presenti nella polvere di caffè, ma quando lo si prepara questi restano nel prodotto di scarto, di fatto azzerando la quantità di lipidi.

Invece, parlando di micronutrienti:

Vitamine: ben rappresentate in questo prodotto sono le vitamine del gruppo B (B1, B2, B3 e B6) e la vitamina E.

Sali minerali: spicca, per le maggiori quantità, il potassio, seguito da fosforo, calcio, sodio, ferro e zinco.

Il caffè contiene anche una buona quantità di antiossidanti, soprattutto acido caffeico e il suo estere, l’acido clorogenico, che tuttavia viene notevolmente ridotta dai processi di lavorazione.

Il decaffeinato contiene o no la caffeina?

Dire che un caffè decaffeinato non contiene caffeina è errato, perché praticamente tutti i tipi di questo prodotto, di tutte le marche, la contengono seppur in minima quantità. Più precisamente, una tazzina di caffè decaffeinato contiene lo 0,1 % circa di caffeina contro l’ 1,2- 1,5% del caffè qualità arabica e 2, 2 - 5 % del tipo Robusta. Quindi, una tazzina di decaffeinato contiene 2 mg di caffeina contro gli 80-120 mg del caffè normale.

Per questo motivo, viene preferito in alternativa al caffè normale in gravidanza, in caso di ansia, per liberarsi dalla dipendenza da caffeina e in tutti i casi di patologie cardiovascolari; ma si tratta davvero di una scelta valida? Non tutti la pensano così. Dei ricercatori della University of Florida (tra cui, il professor Bruce Goldberger) hanno dimostrato che la quantità di caffeina contenuta nel decaffeinato, anche se bassissima (0,1 %), è sufficiente a provocare tutte le controindicazioni che si hanno a dosaggi elevati, come nervosismo, ansia, tachicardia. Secondo questi studi, allora, sarebbe del tutto inutile bere il decaffeinato per evitare gli effetti negativi della caffeina!

Approfondisci le proprietà benefiche e le controindicazioni del caffè.

Comunque, i pareri a tal proposito restano discordanti, tra favorevoli e contrari al caffè decaffeinato, per cui non si può ancora trarre un giudizio definitivo.

Dec solubile: polvere e grani.

In Italia il caffè più utilizzato è quello per la moka o l’espresso, meno diffuso ma più pratico da usare è invece il caffè solubile, che all’estero la fa da padrone sin dagli inizi del ‘900, quando si dimostrò particolarmente indicato nei contesti bellici dell’epoca. La varietà solubile, che può presentarsi sia in polvere che in granuli, è un preparato secco a cui aggiungere acqua bollente e si può ottenere tramite due processi:

essiccazione dell’infuso di caffè concentrato con aria molto calda;

liofilizzazione, che prevede il congelamento dell’infuso, rottura in piccoli granuli e successiva sublimazione (passaggio diretto da ghiaccio a vapore) dell’acqua.

Quest’ultimo è il processo da preferire poichè conserva inalterati il sapore e l’aroma del caffè, ma essendo anche il più costoso non è sempre visto come prima scelta.

Quali sono le proprietà benefiche?

Bere caffè, si sa, è un’abitudine diffusissima ma di certo non si può definire salutare. Il problema è legato soprattutto alla presenza di caffeina, che, se assunta ad alte dosi, può provocare effetti sgradevoli al sistema nervoso. Allora che fare? Anche tu ami il caffè e non vuoi rinunciarci, ma tieni anche, giustamente, alla tua salute? Non disperare: sembra proprio che bere il caffè decaffeinato, che contiene una bassa quantità della temuta caffeina, possa procurare dei benefici! Tra questi ricordiamo che:

facilita la digestione: pochi milligrammi di caffeina favoriscono la secrezione gastrica e la peristalsi intestinale senza effetti deleteri, favorendo il processo digestivo anche, per esempio, dopo un pasto abbondante;

ha un’azione analgesica: la piccola quantità di caffeina del decaffeinato agisce come antidolorifico anche per le emicranie, in quanto vasocostrittore che si contrappone all’effetto vasodilatatore localizzato nell’area dolorante, tipico della flogosi;

fa bene al fegato: i diterpeni, flavonoidi antiossidanti presenti nel caffè, come in quello decaffeinato, proteggono le cellule epatiche dai danni provocati dai radicali liberi prodotti dalle numerose reazioni metaboliche che hanno luogo in quest’organo;

ha un forte effetto antiossidante: recentissimi studi hanno dimostrato che il caffè decaffeinato più di quello normale, grazie alla presenza di antiossidanti come l’acido clorigenico, può prevenire l’insorgenza del diabete di tipo II, in quanto inibisce l’assorbimento di glucosio nell’intestino e, secondo un meccanismo ancora da scoprire, stimola la funzionalità di alcune aree del cervello, migliorando la memoria e rallentando addirittura la progressione del Parkinson;

non fa male al cuore: per la sua quantità esigua di caffeina, il caffè decaffeinato non causa la tachicardia, per cui non è nociva per un cuore scompensato.

Il decaffeinato fa male? controindicazioni ed effetti collaterali.

Adesso veniamo all’altra faccia, quella negativa, del caffè decaffeinato; gli effetti collaterali legati al consumo di questa bevanda non dipendono soltanto dalla caffeina che, seppur in quantità modeste, è comunque presente, ma anche dalle modalità di lavorazione. Ad esempio, il caffè decaffeinato può essere dannoso perché:

contaminato da agenti chimici, derivati dall’utilizzo di solventi (acetato di etile, anidride carbonica) per l’estrazione del caffè stesso. Si tratta di sostanze per le quali la legislazione ha definito le quantità limite e, pur essendo presenti nel prodotto finale in modestissime quantità, potrebbero comunque nuocere;

Focus: il caffè decaffeinato è cancerogeno?
Qualsiasi alimento “tostato”, cioè che subisce modifiche da alte temperature, viene definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) pericoloso per la salute umana, perché sviluppa sostanze cancerogene. In effetti, durante la tostatura del caffè, la cellulosa dei chicchi viene bruciata, diventando una sostanza tossica per l’organismo e potenzialmente portatrice di tumori! Tuttavia, a riguardo,il rischio legato a 3 tazzine di caffè sembra trascurabile... quindi niente paura!
L’assunzione di caffeina, dunque, è solo uno dei problemi che possono derivare dal caffè decaffeinato, perché altre e ben più gravi insidie si nascondono nelle “innocue” tazzine che accompagnano i nostri momenti di relax!

Il caffè decaffeinato fa aumentare il colesterolo? Un mito da sfatare.

Qualche anno fa alcune ricerche scientifiche avevano messo in luce un aspetto inatteso del caffè decaffeinato: l’aumento di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue in soggetti che abitualmente bevevano questa bevanda. In realtà, nei chicchi di caffè sono presenti fattori ipocolesterolemizzanti, cioè in grado di abbassare i livelli di colesterolo in circolo, i diterpeni, che non vengono intaccati dalla decaffeinizzazione, in quanto questa riguarda solo la caffeina. Il risultato finale è che, in questo senso, il decaffeinato possiede esattamente le stesse proprietà del caffè classico e non è quindi responsabile di un eccesso di colesterolo nel sangue!,

A chi è consigliato? E chi invece lo deve evitare?

Alla luce di quanto abbiamo appena detto, i dubbi sono tanti. Ma insomma, il caffè decaffeinato fa bene o fa male? La risposta non può che essere molto soggettiva e varia da persona a persona, da caso a caso.

Prima di tutto, il caffè decaffeinato è sconsigliato a:

assolutamente ai bambini, soggetti più sensibili agli effetti della caffeina e più suscettibili ad avere manifestazioni eclatanti in risposta a questa sostanza anche a basse dosi;

chi soffre di ipertensione, in quanto essa agisce da vasocostrittore, aumentando la pressione sanguigna;

chi è soggetto a gastriti, ulcere, coliti e reflusso, poiché la caffeina, aumentando la secrezione gastrica o attivando la peristalsi nell’intestino, ha come conseguenza l’iperacidità o la diarrea, peggiorando le patologie.

Il decaffeinato è invece consigliato in caso di:

gravidanza e allattamento al posto della normale varietà di caffè, dal momento che la caffeina, attraversando indisturbata la placenta, può interferire con la crescita del feto, o passando nel latte materno può portare al neonato gonfiore, coliti e irrequietezza. In questi casi, il caffè va comunque assunto con moderazione (massimo 2 o 3 tazzine al giorno), poiché berne in quantità eccessiva significherebbe ingerire anche tutti i residui di sostanze chimiche e solventi usati nella lavorazione, nocivi per il feto o il lattante. Alcune di queste sostanze sono per esempio teratogene (come nel caso del diclorometano), cioè capaci di provocare anomalie, ostacolando il normale sviluppo del nascituro o del bambino;

insonnia, ansia, nervosismo, per la ridotta presenza di caffeina rispetto al caffè normale. Anche in questi casi, però, il decaffeinato va bevuto con moderazione (massimo 3 tazzine al giorno), evitandone l’assunzione nelle ore serali;

emorroidi, in quanto la caffeina è irritante e può peggiorare il disturbo, perciò la soluzione ideale potrebbe risiedere nella scelta del decaffeinato.

È tutto molto più chiaro adesso, vero? Resta, però, ancora un dubbio da sciogliere, il più complesso.

Meglio il caffè decaffeinato o quello normale? I pro e i contro.

Il caffè classico contiene una quantità di caffeina che varia, in base alla tipologia, da 80 a 120 mg per tazzina; la quantità massima giornaliera di caffeina consentita per non andare incontro agli effetti collaterali legati appunto al suo consumo è di 200 mg. Una tazzina di decaffeinato contiene appena 2-5 mg di questa sostanza, ma assumendone dieci tazzine al giorno si raggiungono comunque gli stessi livelli di caffeina! Il consiglio è sempre, comunque, quello di non esagerare. Ma allora, è meglio bere due caffè classici o quattro decaffeinati? Non si può dire con certezza, è anche una questione di gusto, ma il decaffeinato è sicuramente la scelta d’elezione per chi soffre di insonnia, di ansia e irritabilità, e per chi ha problemi cardiaci o d’ipertensione, ma non per chi punta ad accelerare il proprio metabolismo.

La caffeina è, infatti, un eccitante e stimola la produzione di adrenalina, la quale attiva svariate funzioni biologiche, tra cui la mobilitazione dei grassi dai tessuti di deposito e la loro utilizzazione nel muscolo. Inoltre, agendo da vasocostrittore, questa sostanza è utile anche in diete depurative per combattere la cellulite, migliorando il microcircolo (lo dimostra anche il fatto che è impiegata anche nelle formulazioni cosmetiche specifiche anticellulite). Inoltre, il decaffeinato “non tiene svegli”, per cui non è d’aiuto contro la sonnolenza e la stanchezza!




 


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