giovedì 19 giugno 2014

La dieta alcalina


La dieta alcalina non è una novità per gli italiani, anni fa era apparso un libro che vantava i benefici del sistema, e adesso è in commercio un nuovo volume di oltre 400 pagine che la ripropone in veste  rinnovata. La recensione del libro è affidata a Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione all’Università Bologna, che delinea in modo efficace le assurde teorie dietetiche di un autore un po’ chiacchierato.

 

La teoria del libro è che tutte le patologie, dal raffreddore al cancro, compreso le malattie cardiovascolari, e quelle  infiammatorie croniche, dipendano dall’alterazione del pH (acidità) del nostro corpo, che passa da una alcalinità ritenuta naturale, ad una acidità causata da cattivi alimenti ingeriti. Da un punto di vista scientifico questa teoria risulta alquanto singolare perché sostenere l’esistenza di una dieta universale perfetta e teorizzare che tutte le patologie abbiano una sola causa e una sola cura, non è molto serio.

 

Il testo contiene alcune affermazioni che meritano di essere commentate. Una delle teorie più affascinanti, degne di un film di fantascienza, è che “i batteri possono mutare in lieviti, i lieviti in funghi ed i funghi in muffe” (par 2.6, pag. 23) e anche che “…i globuli rossi possono modificarsi e rimodificarsi in qualsiasi tipo di cellule di cui il corpo necessita” (par 2.6, pag. 23). Da ciò deriva l’importanza di osservare il sangue in vivo per vedere in una sola goccia “microrganismi cristallizzati, micotossine, colesterolo, metalli, grassi non digeriti e molte altre cose”… Tossine e colesterolo non sono visibili con il microscopio utilizzato dagli autori e per quanto riguarda la presenza di microrganismi nel sangue, è stato dimostrato che ciò accade solo in caso di gravi infezioni o di gravi patologie intestinali, come la malattia di Crohn.

 

Affermazioni altrettanto false si trovano nella parte dove si svelano i secreti dello stomaco basico (par. 4.1) elaborando una “nuova biologia della salute”, che assomiglia ad una fanta-biologia.

 

 Ma veniamo al cuore della trattazione, cioè al modo di mantenere il pH del nostro organismo alcalino, modificando la dieta. Dopo avere suddiviso gli alimenti in due gruppi: acidificanti o alcalinizzanti, cominciano le strane teorie per cui si scopre che: agrumi come limoni, lime e pompelmi sono gli unici frutti classificati come alcalini(!). In pratica si definisce una spremuta di limone una bevanda alcalina. Invece, il riso bianco viene classificato come uno dei cibi più acidi ed acidificanti che esistono. Continuando, i pomodori sono alcalini, il latte e le noci acidi. Chiunque ha minimamente chiaro il concetto di pH e di acidità, dopo avere letto questo libro avrà molte perplessità sull’argomento.

 

 Per quanto riguarda le nozioni sul metabolismo ci sono due concetti che assomigliano molto alle teorie magiche di Mago Merlino.

 

1) Secondo l’autore la digestione delle proteine animali forma acidi “acido urico, nitrico, solforico e fosforico” mentre questo non accade durante la digestione di quelle vegetali. La teoria è molto singolare ma va dimostrata perché gli aminoacidi sono sostanzialmente gli stessi e ipotizzare un diverso percorso è molto arduo.

 

2) I carboidrati sono “prodotti di scarto acidi” che “causano la trasformazione biologica delle cellule sane del corpo in batteri e lieviti” (par. 6.2.1, pag. 120).


Quanto alla paranoica accusa verso tutti quei microrganismi, che nel nostro corpo produrrebbero tossine, come i batteri, i lieviti e i funghi per cui si sconsigliano vivamente tutti i cibi fermentati come il vino lo yogurt ed il pane, bisognerebbe ricordare all’autore che molti batteri, tra cui i lactobacilli, producono sostanze come le batteriocine, utilissime all’organismo per difendersi dall’aggressione di altri batteri “cattivi”.

 

Ultimo concetto descritto riguarda la differenza tra acque buone (alcaline) ed acque cattive (acide). La lunga dissertazione sugli elettroni risulta essere farneticante quanto convincente per i non esperti di chimica e fisica. La conclusione è di usare una macchina molto costosa in grado di alcalinizzare e purificare l’acqua del rubinetto.

 

Da notare infine che le ricerche citate a sostegno delle teorie dell’autore, mancano di referenze bibliografiche e quindi non si possono consultare in originale.

 

Da un punto di vista nutrizionale:

Dimenticando per un momento le falsità del libro, una cosa è certa, la dieta alcalina è in pratica una dieta  “vegana”, che restringe ulteriormente il gruppo di alimenti perché elimina gran parte della frutta (eccetto limoni, lime e pompelmi) e gran parte dei carboidrati complessi (pasta, riso e cereali). Aderire al progetto alcalino vuol dire  nutrirsi quasi esclusivamente di verdura fresca e legumi, esattamente il contrario della dieta ricca e variata che i nutrizionisti suggeriscono! Con la dieta alcalina si perdono sicuramente i chili di troppo, ma nel lungo periodo si possono creare carenze nutrizionali importanti.

 

 

 

Note sugli autori

Robert O. Young ha ottenuto titoli accademici, tra i quali diverse lauree e un PhD in un’università telematica non riconosciuta, la Clayton College of Natural Health, chiusa nel 2010 in seguito ad una Class Action fatta dagli studenti che si ritenevano truffati. L’altro autore del libro è Shelley Redford Young moglie di Young di cui si conosce poco (fonte Wikipedia).


Nessun commento:

Posta un commento