martedì 28 ottobre 2014

Stress e difficoltà ad aumentare la massa magra

Da anni si sente parlare di stress, in qualsiasi contesto, ma sempre in maniera aspecifica: stress è diventata una parola comune, spesso abusata o utilizzata in situazioni che con il vero stress hanno poco a che fare. Gli studi sui problemi stress correlati hanno comunque avuto una impennata vertiginosa nell’ultimo decennio, quando si è capito che la “sindrome di adattamento” è la base per spiegare numerose condizioni patologiche diffusissime nel mondo moderno: si è visto infatti che un eccesso di stress di vario genere (fisico,emotivo,metabolico) può portare ad un importante perdita, in quantità ed in efficienza, di ciò che costituisce la parte attiva dell’organismo, ovverosia la massa magra(muscoli,organi,ossa,tessuti connettivi). Questa perdita progressiva di risorse si accompagna ad una serie di sintomi ben definita (che spesso sono poco curabili dalla medicina, i cosiddetti sintomi “funzionali”), e costituisce il “terreno favorevole” per l’innesto di patologie organiche.

Elementi stressogeni

Può essere considerato elemento “stressogeno” qualsiasi fattore che perturbi l’equilibrio (omeostasi) dell’organismo: può perturbarla in maniera positiva (eustress) oppure negativa (distress).
Tutti i giorni ci troviamo a fronteggiare stress acuti (corsa per prendere un automezzo, litigi….): nella maggior parte dei casi, esaurito l’effetto dello stressor, l’equilibrio si ripristina pienamente ed il corpo non subisce danni di alcun genere.
Quando però l’elemento stressogeno è una condizione che si ripete quotidianamente o comunque di frequente, l’equilibrio non riesce ad essere ripristinato: la cascata di eventi (ormonali e nervosi) normalmente associata ad un periodo limitato nel tempo si attiva in maniera costante, con conseguenze estremamente negative per l’organismo. L’ attivazione legata al momento di stress è infatti utile per consentirci di affrontare il problema (mobilita tutte le risorse disponibili in quel momento), ma se risulta cronicamente presente tutti gli equilibri del corpo vengono modificati e le risorse (la già citata “massa magra”) vengono a poco a poco consumate.

Tipi di stress

Non esiste solo lo stress familiare o lo stress lavoro correlato. Un elemento stressogeno è qualsiasi situazione che richieda un adattamento da parte del corpo. I più comuni tipi di stress sono:

Stress metabolici

Errori nell’alimentazione: l’alimentazione ideale dell’uomo ha un ritmo ben individuabile, corrispondente ai cicli ormonali della giornata. Nella prima parte della giornata si dovrebbe consumare il maggior numero di calorie, in particolare se si parla di carboidrati. Avere come pasto principale (magari l’unico) quello serale rappresenta il più comune stress alimentare, per non citare l’ovvio abuso di cibi poco qualitativi.

Assunzione cronica di farmaci: i farmaci per loro stessa natura hanno una serie di effetti benefici ma anche numerosi effetti collaterali, percepibili o meno. Le terapie farmacologiche croniche richiedono un grosso impegno per l’organismo: molto spesso si ha un effetto di intossicazione dei tessuti, oppure aumenti della componente idrica extracellulare (ritenzione idrica). Ecco perchè vengono considerati un potenziale stress cronico.

Stress fisici

Eccesso o non corretta attività fisica: lo sport può essere un eccellente mezzo di scarico dello stress, ma se si eccede con gli allenamenti, non lasciando i fisiologici tempi di recupero, rischia di fare più male che bene. L’allenamento fisico provoca infatti un grosso consumo di risorse (sopratutto muscolari), e se non c’è un adeguato tempo di recupero il “saldo” tra risorse perdute e risorse guadagnate diventa negativo.
Sedentarietà: la mancanza di movimento fisico provoca una riduzione della massa muscolare, in quanto la mancanza di sollecitazioni conduce all’ ipotrofia ed alla scarsa tonicità.

Stress emotivi

Situazioni particolarmente difficili a livello lavorativo, familiare o personale incidono pesantemente sul corretto equilibrio ormonale ed hanno un effetto estremamente dannoso sull’organismo: il sonno risulta disturbato, l’alimentazione diventa un meccanismo di compensazione psicologica, e tutto il sistema corpo risulta cronicamente sovra-attivato. Anche traumi passati non del tutto rielaborati, con la loro continua ridondanza a livello inconscio, possono avere effetti simili.

Sintomi

I sintomi delle situazioni di stress cronico sono legati essenzialmente allo stesso meccanismo,cioè la cronica attivazione dei processi che il corpo attuerebbe solo in situazioni di emergenza, in particolare attivazione degli ormoni catabolici (cioè che riducono la massa magra). Il principale ormone che viene sovra-attivato in casi di stress cronico è il cortisolo. Il cortisolo è l’omologo endocrino del cortisone: ci tiene attivi e svegli, ma a livello della massa magra, cioè della parte attiva costituente l’organismo, provoca una progressiva riduzione. Questa condizione viene definita di “catabolismo della massa magra”, e si accompagna ad una serie di sintomi. La maggior parte di questi sintomi è, dal punto di vista medico, considerata scarsamente significativa,ma possono rappresentare un vero e proprio supplizio per alcune persone.
Tra i principali citiamo:

Stanchezza cronica ed affaticamento. Questo è il sintomo in assoluto più comune: è legato alla perdita di massa magra (in particolare quella muscolare), ma anche alla scarsa qualità del sonno che caratterizza l’organismo in lotta contro gli stressor. La perdita e la conseguente mancanza di massa muscolare costringono quella presente ad un super lavoro che porta a stanchezza costante ed ingiustificata.

Insonnia, risvegli notturni o cattiva qualità del sonno: capita a molte persone di considerare “normale” che il riposo notturno venga interrotto, magari per andare al bagno. In realtà l’interruzione del sonno rappresenta un sintomo comune di stress cronico, legato essenzialmente alla perdita dei corretti ritmi ormonali.
Disturbi del tono dell’umore (ansia, apatia, depressione): il catabolismo della massa magra si accompagna ad uno squilibrio nei livelli degli elettroliti, in particolare il potassio. Questa situazione influisce sui tessuti eccitabili (muscoli e nervi) in quanto il potassio è un regolatore fondamentale della trasmissione elettrica: ecco che quindi si possono avere effetti sul sistema nervoso.

Disturbi gastro enterici (gonfiori,sensazioni di pienezza,intolleranze alimentari, digestione lenta): per l’analogo squilibrio degli elettroliti citato precedentemente, e per l’analoga perdita di muscolatura che porta alla stanchezza cronica, si possono avere disturbi funzionali gastro intestinali: gonfiori, colon irritabile, alvo alterno, sensazioni di pienezza. Il motivo è semplice: stomaco ed intestino funzionano correttamente quando c’è una corretta peristalsi, cioè il movimento tramite il quale il cibo arriva dallo stomaco al colon. La peristalsi è attuata da muscoli, che non vengono controllati volontariamente ma che hanno le stesse caratteristiche di quelli scheletrici. Quando si è in catabolismo della massa magra causa stress cronico, la muscolatura si riduce e perde efficenza in maniera uniforme: ecco quindi che anche la muscolatura digestiva diventa atonica, causando rallentamento, gonfiori ed arrivo di cibo mal digerito al colon, che di conseguenza si irrita. La atonia muscolare conduce spesso anche a stitichezza, da qui il classico alternarsi di periodi di stitichezza con periodi di diarrea, tipico del colon irritabile.

Mani e piedi freddi: il cortisolo, prodotto in eccesso o comunque in maniera non corretta quando si è sotto stress cronico, è un vasocostrittore periferico. Da qui la difficoltà di circolazione alle estremità.

Alterazioni dell’appetito: lo stato di catabolismo indotto dall’azione costante degli stressor influisce anche sulla regolazione della glicemia e sullo stoccaggio degli zuccheri, che vengono accumulati per lo più nel tessuto muscolare. In caso di perdita del tessuto muscolare si ha quindi una disregolazione glicemica che porta a perdita di appetito o a fame eccessiva ed ingiustificata (tipicamente serale). Spesso i due sintomi si alternano tra loro.

Aumento del grasso corporeo o difficoltà a dimagrire: la cattiva regolazione del cortisolo e la conseguente perdita di massa muscolare possono facilmente portare ad aumento del grasso o a difficoltà a perdere peso pur con alimentazione ipocalorica. Se la massa magra, in particolare quella muscolare, si è ridotta troppo, abbiamo un drastico abbassamento del metabolismo, in quanto il muscolo è l’organo più attivo, il vero “consumatore” delle calorie che introduciamo. Va da sè che se la muscolatura è scarsa le calorie che si introducono diventano facilmente troppe e vanno ad aumentare le riserve energetiche (grasso).

Rimedi

La principale terapia è sicuramente la nutrizione, che viene accuratamente studiata e personalizzata da una persona competente (medico nutrizionista)

La seconda grande arma è l’esercizio fisico: soltanto con un preciso tipo di attività fisica si riesce a recuperare la massa magra persa,con tutti i benefici che ne conseguono (recupero della salute e diminuzione del grasso), ed è diverso a seconda del tipo di costituzione del soggetto.

Un grande aiuto può essere dato anche dall’ integrazione, quando la situazione è compromessa al punto di necessitare un aiuto per riprendersi più rapidamente.
L’operatore analizza con precisione tutti i dati e ne trae un piano riabilitativo ben preciso, che potrà portare al miglioramento ed alla sparizione dei sintomi in tempi brevi, nonchè al miglioramento dell’estetica del corpo (aumento della massa magra e riduzione della grassa).


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