sabato 13 giugno 2015

Imparare ad abbinare alimenti e farmaci



Prendere un medicinale non è mai uno scherzo. A meno che non si tratti di un semplice farmaco da banco, è sempre bene chiedere il parere del proprio medico di fiducia.Oltre all’efficacia di un medicinale rispetto ad un altro, tra i fattori che concorrono al buon esito di una terapia oltre alle condizioni generali di salute, età, sesso, peso corporeo, stili di vita, storia clinica, patologie e terapie in corso, aderenza del paziente e appropriatezza della prescrizione, un’importanza non trascurabile rivestono le interazioni del farmaco con altri medicinali, con integratori, prodotti erboristici e anche soprattutto con gli alimenti.
Le aziende farmaceutiche si preoccupano di analizzare le possibili interazioni di un farmaco già nella prima fase di sviluppo del prodotto. L’Agenzia Europea dei Medicinali, infatti, ha redatto e aggiornato nel 2013 delle apposite linee guida (Guideline on the Investigation of Drug Interactions), che delineano un attento approccio alla valutazione del potenziale di interazione di un farmaco durante il suo sviluppo e forniscono al medico prescrittore tutte le informazioni sul prodotto anche quelle riguardanti possibili interazioni e consigli pratici su come gestirle.
Questo documento fornisce raccomandazioni sugli studi di farmacocinetica e farmacodinamica da condurre sulle interazioni farmaco-farmaco e sulle interazioni cibo-farmaco e le linee guida descrivono come sviluppare le raccomandazioni in base alla rilevanza clinica delle interazioni e alla possibilità di correggere le dosi o monitorare i pazienti durante il trattamento.
Cibi e bevande possono davvero influire in maniera considerevole sull’assorbimento, il metabolismo, la biodisponibilità e l'escrezione del farmaco, rendendolo inefficace, potenziandone la tossicità o un particolare effetto collaterale o causando effetti indesiderati anche gravi. Prima di assumere un medicinale bisognerebbe seguire attentamente le avvertenze contenute nel foglio illustrativo e le raccomandazioni del medico prescrittore e rivolgersi al medico o al farmacista per qualsiasi dubbio.Una dieta equilibrata e appositamente studiata caso per caso consentirà certamente di ridurre gli effetti collaterali associati all’interazione farmaco-alimenti e massimizzare l’efficacia della terapia.Tutti sappiamo, per esempio, che alcune medicine vanno prese a stomaco vuoto al mattino, altre dopo mangiato e questo non dipende solo dal fatto che il farmaco possa agire più o meno in fretta, ma anche da quanto possa provocare disturbi gastrici. Il cibo infatti aumenta la secrezione di acido cloridrico nello stomaco, favorendo la soluzione di molecole basiche e contrastando quella di molecole acide. I cibi ad elevato contenuto lipidico stimolano invece le secrezioni biliari, favorendo l’assorbimento dei farmaci liposolubili.
Ma vediamo quali sono nel dettagli le bevande e i cibi che possono alterare l’efficacia di un farmaco o limitarne gli effetti.
Le bevande alcoliche possono amplificare o ridurre l'effetto di molti medicinali. Il succo di pompelmo, invece, andrebbe evitato se si assumono farmaci come ciclosporina, buspirone, chinino (anti-malarico), e alcuni farmaci calcio-antagonisti, antistaminici e per l’ipertensione. La liquirizia, se assunta con farmaci a base di digossina usati per trattare l'insufficienza cardiaca congestizia e le anomalie del ritmo cardiaco, può aumentare il rischio di tossicità della digossina. Può rendere anche meno efficaci i farmaci per la pressione arteriosa o i diuretici (tra cui idroclorotiazide e spironolattone).Gli inibitori delle monoaminoossidasi (MAO) non dovrebbero essere assunti con quantità eccessive dicioccolato. La caffeina contenuta nel cioccolato, inoltre, può anche interagire con alcuni stimolanti (metilfenidato), potenziandone il loro effetto, o può contrastare l'effetto di sedativi-ipnotici.

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