lunedì 30 settembre 2013
Programma semplice ma intenso da fare in casa
sabato 28 settembre 2013
Come Allenarsi a Casa per Aumentare la Massa Muscolare
giovedì 26 settembre 2013
martedì 24 settembre 2013
Come aumentare naturalmente il testosterone
È provato che i grassi saturi (carne rossa, uova, latticini) fanno salire il livello di testosterone. Secondo recenti studi, pare che una combinazione di diversi grassi sia più efficace per elevare il livello di testosterone rispetto al consumo di un solo tipo di grassi.
Cosa dice la scienza
I ricercatori hanno messo a confronto gli effetti del consumo di vari tipi di grassi – olio di sesamo, di girasole, di cocco, di pesce e olio d’oliva – in congiunzione o da soli – sulla pressione arteriosa, sui livelli di testosterone e su vari parametri cardiovascolari, effettuando esperimenti sui ratti. Il gruppo cui è stata somministrata la combinazione di differenti oli è stato l’unico a far registrare un aumento significativo del testosterone, oltre a un miglioramento nei marcatori delle malattie cardiovascolari (riduzione del colesterolo totale e dell’LDL e abbassamento della pressione) [*1].
I risultati pubblicati su Hormone and Metabolic Research indicano che la dieta migliore per far aumentare la sintesi del testosterone è quella che ha la massima percentuale di grassi da olio d’oliva (ricco di acido oleico), e a seguire di carni rosse (prefereribilmente carni da pasto), insieme a una piccola percentuale di oli di pesce.
Come mettere in pratica
Consumare almeno una dose di carne rossa (200 – 300 g) al giorno (durante i pasti principali)
Consumare 3 g di omega 3 al giorno (ad esempio 1g per pasto)
Consumare 1 cucchiaio da zuppa di semi (sesamo, girasole, zucca) al giorno (fuori dai pasti)
Consumare una porzione di formaggio (4 fette) al giorno (a pranzo)
Sono molti i fattori che determinano il limite massimo di sviluppo della muscolatura di ciascuno di noi. L’intensità dell’allenamento, l’alimentazione, gli integratori e il riposo; queste sono solo alcune delle molte variabili che contribuiscono a fissare la nostra “soglia massima” di sviluppo muscolare. Un altro fattore cruciale in questa vasta equazione sono i livelli naturali di testosterone, l’ormone anabolizzante.
Il testosterone è l’ormone più importante per la crescita muscolare ed è uno dei fattori limitanti che determina fino a che punto si possono sviluppare i nostri muscoli. Quelli che indichiamo di seguito sono solo alcuni dei molti benefici collegati all’aumento dei livelli di testosterone:
-> Aumento del volume e della forza muscolare
-> DRiduzione dei depositi di grasso
-> Aumento dell’impulso e della resistenza sessuale
-> Miglioramento dell’umore
-> Riduzione del colesterolo “cattivo”
Niente male, vero? Quindi ora vi mostreremo come ottenere tutti questi benefici passo per passo. Ma prima tratteremo qualche elemento di biologia. Andremo a scoprire cosa avviene nel nostro organismo prima che abbia luogo la produzione di questo incredibile ormone:
Tutto parte dal cervello, che rilascia una sostanza chiamata Ormone Luteinizzante o “LH”. L’LH in pratica “ordina” all’organismo di iniziare a produrre testosterone. A questo punto, le ghiandole surrenali rilasciano nel sangue l’ormone DHEA. LH e DHEA viaggiano insieme verso i testicoli, dove ha luogo la produzione di testosterone. Il testosterone viene quindi rilasciato nel sangue perché possa operare la sua magia.
Elenchiamo di seguito alcuni semplici metodi che potrete mettere in atto per stimolare naturalmente la produzione di testosterone e beneficiare dei suoi incredibili effetti:
1) Basate il vostro allenamento su esercizi composti. Parliamo degli esercizi elementari, l’abc del bodybuilding: squat, stacchi da terra, bench press, rematore, trazioni, flessioni, affondi e military press. In questo modo i vostri muscoli saranno sottoposti a maggiore stress e il vostro organismo sarà costretto a produrre più testosterone.
2) Impegnatevi sempre al 100% negli allenamenti. Se volete veramente vedere crescere la muscolatura, dovete essere disposti a spingervi fino allo stremo. Ripetiamo che un forte stress muscolare si traduce in maggiore secrezione di testosterone.
3) Allenate le gambe con la stessa intensità con cui allenate la parte superiore del corpo. Come forse saprete, quando le gambe lavorano intensamente viene stimolata anche la crescita di pettorali, schiena e braccia. Ciò si deve in parte all’aumento della produzione di testosterone indotta dall’attività delle gambe.
4)Assumete più EFA. Gli Acidi Grassi Essenziali presenti in alimenti come arachidi, avocado, pesce e oli salutari come l’olio di semi di lino, l’olio d’oliva o di canola sono straordinariamente efficaci nel far salire i livelli di testosterone in maniera naturale.
5) Limitate l’assunzione di alcol. È dimostrato che l’alcol incide molto sui livelli di testosterone, quindi cercate di limitare le “sbronze” con gli amici e consumate alcolici con moderazione.
6) Mangiate molte verdure crucifere: broccoli, cavolfiore, ravanelli, rape, verza e cavolini di Bruxelles hanno dimostrato di ridurre notevolmente i livelli di estrogeno, facendo aumentare il testosterone.
7) Riducete lo stress giornaliero. Lo stress stimola la produzione di “cortisolo”, un ormone fortemente catabolico che fa precipitare i livelli di testosterone.
8 ) Aumentate l’attività sessuale. La stimolazione sessuale porta all’aumento dell’ossitocina, che porta all’aumento dell’endorfina (la sostanza del “benessere”), e questo è un altro modo per far salire il testosterone.
9) È importante dormire bene. La carenza di sonno porta alla produzione di cortisolo, con conseguente abbassamento dei livelli di testosterone.
Iniziate a implementare queste tecniche con costanza e preparatevi a una crescita smisurata del volume e della forza dei vostri muscoli!
QUAL'E' IL MOMENTO MIGLIORE PER ALLENARSI?
In realtà esiste un secondo picco anaerobico, precismante nella tarda mattinata. Di contro, la mattina presto è un momento sfavorevole per allenarsi. Fanno eccezioni alcuni sport che non richiedono forza pura, bensì una maggiore accuratezza nei movimenti.
A causa del normale abbassamento di energia e attenzione che si rileva nel primo pomeriggio (subito dopo pranzo), solo pochi individui riescono ad allenarsi efficacemente. E’ interessante notare, che la maggior parte delle palestre nel primo pomeriggio sono quasi sempre vuote. Tuttavia, verso le 5 pomeridiane, i livelli di energia ritornano a salire, permettendo così alle persone di allenarsi agevolmente e con più mordente tra le 5 e le 7 pomeridiane.
Per la maggior parte delle persone, è rilevabile un picco delle capacità anaerobiche e aerobiche, così come della temperatura corporea, dei riflessi, della coordinazione, e altri indicatori relativi alle prestazioni fisiche tra le 5 e le 6 PM. Inoltre, in queste ore, la flessibilità, la capacità polmonare e l’efficienza cardiaca sono al loro massimo. E’ importante notare che ci potrebbe essere fino ad un 20% in meno di capacità di flessione e allungamento appena svegli e questo sta ad indicare chiaramente un maggior bisogno di riscaldamento prima di intraprendere attività intense la mattina presto.
In ogni caso, non è importante solo la forza/potenza ma anche la soglia dell’attenzione. E questa è più alta al mattino. Ciò può produrre effetti sull’attività svolta da un personal trainer. Quindi, se un PT vuole ricavare il meglio per sè e quindi per i propri clienti, dovrebbe lavorare nelle ore della tarda mattinata. Tipicamente, allenarsi la mattina significa dare il massimo solo verso la fine dell’allenamento, in quanto l’organismo impiega un pò di tempo per adattarsi allo sforzo. Tale situazione si inverte nelle ore del tardo pomeriggio che vede la massima performance all’inizio dell’allenamento.
Allenarsi a digiuno
I vantaggi dell'allenamento a digiuno
Correre o pedalare per 30 minuti di prima mattina, dopo il digiuno notturno, è una delle pratiche più in auge per dimagrire. Si ritiene infatti che l'attività aerobica svolta a digiuno permetta di bruciare maggiori quantità di adipe superfluo, innalzando il metabolismo per il resto della giornata e promuovendo il benessere psicofisico. Al mattino, a causa del lungo digiuno notturno, la glicemia e le scorte di glicogeno sono generalmente inferiori rispetto al resto della giornata; data la relativa carenza di glucosio nel sangue, allenarsi in queste condizioni promuove un maggiore utilizzo di grassi in termini energetici. Favorevole è anche il quadro ormonale, caratterizzato da bassi livelli di insulina e da alti livelli di ormoni controinsulari (adrenalina, noradrenalina, cortisolo, tiroxina, glucagone, ed ormone della crescita). Tutti questi ormoni favoriscono il dimagrimento stimolando la lipolisi in modo diretto o indiretto. La forte secrezione adrenergica (adrenalina e noradrenalina) registrata nel corso dell'esercizio fisico innalza notevolmente il metabolismo, che permane elevato per un certo periodo anche dopo il termine della sessione di allenamento a digiuno. L'importante rilascio di endorfine indotto dall'attività fisica è invece potenzialmente utile per promuovere il senso di benessere psicofisico per il resto della giornata.
Consigli e riflessioni
Allenarsi a digiuno, con l'intento di dimagrire, potrebbe condurre ad un eccessivo catabolismo muscolare, poiché in condizioni di ipoglicemia aumenta anche la quota di energia ricavata dagli amminoacidi. Dato che assumere alimenti solidi od un mix proteico attenuerebbe i vantaggi metabolici indotti dal digiuno, per prevenire un eccessivo catabolismo muscolare può essere d'aiuto ingerire qualche compressa di amminoacidi ramificati prima dell'allenamento. Per lo stesso motivo, al fine di evitare un eccessivo catabolismo proteico, è bene non prolungare l'aerobica a digiuno oltre i 30-40 minuti.
Gli allenamenti a digiuno andrebbero inseriti in un contesto dietetico finalizzato al dimagrimento. L'ideale è abbinare queste sessioni aerobiche ad allenamenti con i pesi (ovviamente in momenti diversi della giornata) incentrati sullo sviluppo della forza. In simili condizioni occorre infatti dare tutto in poche serie, dato che vista la carenza di glicogeno non si possono sostenere sforzi prolungati come quelli tipici delle schede di massa. Attenzione però; ciò non significa che si debba allenare con un alto numero di ripetizioni. Piuttosto, andranno utilizzati carichi impegnativi in perfetto stile "breve ed intenso".
Allenarsi a digiuno aumenta il rischio di crisi ipoglicemiche, specie nei soggetti non allenati o non abituati a svolgere esercizio fisico in tali condizioni; la comparsa di ipoglicemia è segnalata da sintomi come desiderio smodato di cibo, pallore, sudorazione fredda, cefalea e vertigini, eccessiva irritabilità, tremore, agitazione, difficoltà nella concentrazione e rischio di svenimento. All'insorgere di questi sintomi è bene smettere immediatamente di correre a digiuno; i sintomi saranno quindi risolti assumendo piccole quantità di alimenti ricchi di zuccheri (cioccolatini, destrosio, bevande analcoliche zuccherate, miele, uva passa), seguiti da un pasto più consistente a base di carboidrati complessi (per prevenire l'ipoglicemia reattiva da ingestione copiosa di zuccheri semplici).
Assumere un paio di caffè o un integratore termogenico (a base di arancio amaro, sinefrina, mate, guaranà, cola, tè, teina e/o teobromina), prima dell'allenamento a digiuno, è teoricamente utile per esaltarne l'azione lipolitica.
Prima di iniziare l'allenamento è bene assumere un paio di bicchieri d'acqua, specie quando non si ha la possibilità di bere durante la sessione allenante.
Correre a digiuno potrebbe indurre un eccessivo stress anche dal punto di vista psichico, specie quando si sacrificano troppe ore di riposo notturno. Per questo motivo, in genere tale pratica si limita a quei brevi periodi di definizione che precedono un set fotografico, una gara di bodybuilding od una prova costume. Tutto ciò anche in virtù del fatto che non si tratta di una strategia miracolosa, dato che i vantaggi rispetto all'allenamento tradizionale sono contenuti. D'altronde, di fronte ad un velocista notiamo un fisico magro e muscoloso nonostante i suoi allenamenti comportino un consumo trascurabile di grassi. Questo ci fa capire, nel caso in cui il concetto non fosse ancora chiaro, che l'attività fisica ideale per il dimagrimento non può prescindere da esercizi con pesi e macchine isotoniche ad elevata intensità, da affiancare ai tradizionali ma spesso sopravvalutati allenamenti aerobici, indipendentemente che essi siano svolti o meno a digiuno.
lunedì 23 settembre 2013
Allenamento Funzionale con il TRX
sabato 21 settembre 2013
PROTEINE PER IL BODYBUILDING
venerdì 20 settembre 2013
La felicità ingrassa
La felicità ingrassa
IL PALEO-TRAINING
IL PALEO-TRAINING
Cacciavano. Raccoglievano bacche e frutti. Costruivano ripari con legna e pietre. Si arrampicavano su alberi e montagne. Secondo il cardiologo statunitense James O’Keefe le atttività quotidiane dell'uomo della pietra altro non erano che il moderno cross-training, e i nostri antenati cacciatori-raccoglitori necessitavano di doti di forza, resistenza e flessibilità. Ora, non ti diciamo che devi andare a procurarti la cena a mani nude, ma che puoi trarre ispirazione da quello stile di vita per dedicarti a una serie di attività fisiche 'moderne' in grado di garantirti gli stessi risultati fisici.http://www.menshealth.it/gallery/fitness/il-paleo-training
LE CATTIVE ABITUDINI CHE CI FANNO INGRASSARE
Non fare colazione la mattina, non vuol dire saltare un pasto, ma abbuffarsi a pranzo o a cena. È stato infatti provato che chi evita la prima colazione acquista peso più facilmente ed è più soggetto a vari disturbi fisici e alimentari;
2. Mangi la notte
Hai la cattiva abitudine di cenare tardi o fare spuntini notturni. Se ti riempi la pancia di notte non smaltisci quello che hai mangiato mentre zuccheri, carboidrati, proteine e grassi si accumulano facilmente;
3. Dormi poco
Magari mangi di notte anche perché dormi poco. L'insonnia è tra i maggiori alleati dell'obesità. La soluzione è andare a dormire e svegliarsi a orari regolari. Dormire poco fa produrre più cortisolo, un ormone che accresce l'appetito, anche quando il tuo corpo non ha bisogno di nutrirsi;
4. Bevi troppi caffè
Sei un "caffeinomane". Anche la caffeina, se assunta in quantità non modeste, stimola la produzione di cortisolo, l'ormone dello stress, che induce a mangiare di più;
5. Esageri con l'alcol
Bere moderatamente è fondamentale e soprattutto non bisogna eccedere proprio nei fine settimana, cioè quando consumi meno calorie, presenti in notevole quantità nelle bevande alcoliche;
6. Bevande energetiche e integratori sono la tua passione
Evita di assumere bevande energetiche e integratori alimentari come un atleta professionista. Se non pratichi sport a livello agonistico e consumi integratori solo per una corsa intorno al parco, hai voglia a sudare: non smaltirai mai quello che hai assunto;
7. Assumi integratori di proteine
Va bene mantenere la massa muscolare in forma, ma sappi anche che gli integratori di proteine devono accompagnarsi a una notevole attività motoria, altrimenti fanno solo ingrassare;
8. Assumi zuccheri in eccesso
Gli zuccheri, contenuti non solo nei dolci ma anche in altri alimenti quali le bibite, sono forse il nemico numero uno di chi tende a ingrassare. Meno ne ingerisci meglio è. Oltre i 15 grammi di zucchero per ogni 100 è già overdose;
9. Sei stressato
Alcuni soggetti sotto stress dimagriscono perché perdono l'appetito, altri, molti altri, al contrario s'illudono di combattere lo stress abbuffandosi di cibo;
10. Occhio ai carboidrati
Più carboidrati si assumono più aumenta l'appetito. Per questo è meglio assumerne pochi accompagnati da proteine, in modo da provare una sensazione di sazietà senza eccedere con il cibo.
martedì 17 settembre 2013
La dieta 80/10/10 del dott. Graham
lunedì 16 settembre 2013
Dieta giusta per lo sport
Dieta giusta per lo sport
Tutti conosciamo l'importanza di una buona alimentazione per mantenere sano il nostro organismo e farlo funzionare al meglio.
Se questo è valido per qualunque persona 'normale', che svolge una vita più o meno sedentaria, ancor più lo è per coloro praticano uno sport e dal proprio corpo devono ottenere molto di più in termini di prestazioni fisiche e consumo energetico.
- Chi svolge sport di resistenza (maratona, fondo e mezzofondo, gli sciatori, i ciclisti), infatti, necessita di una grande scorta di carboidrati che garantisca loro un apporto di glicogeno sufficiente a fornire energia durante gli sforzi prolungati. L'apporto di macronutrienti per questi sportivi dovrebbe essere suddiviso in: 60 percento carboidrati, 25 percento grassi, 15 percentoproteine. Via libera, quindi, a pasta, riso, patate, pane, muesli, verdura, frutta fresca e secca.
- Per chi invece pratica sport di forza, quali sollevamento pesi, lancio del peso, martello o disco, è importante l'apporto proteico, che favorisce lo sviluppo della massa muscolare; ovviamente, non deve mancare una buona percentuale di carboidrati, che forniranno il necessario apporto di energia, senza il quale l'organismo sarebbe costretto ad intaccare le riserve di proteine. L'apporto di grassi deve essere invece moderato, per consentire un ottimale consumo delle proprie energie. Una corretta proporzione di macronutrienti può essere così suddivisa: 55 percento carboidrati, 20 percento proteine, 25 percento grassi.
- Per gli sportivi che praticano attività di velocità e scatto (gare di sprint, salto in lungo, 100 metri, nuoto sulle brevi distanze) sarà importantissimo un giusto apporto di carboidrati, l'unico nutrimento che garantisce energia immediata con il minor dispendio di ossigeno.
Inoltre, i carboidrati garantiscono la concentrazione mentale e la velocità di reazione. Altrettanto importanti per questi sportivi sono le vitamine ed i sali minerali, quindi la loro dieta deve prevedere molta frutta e verdura fresca, carne magra, pesce, alimenti integrali.
Una giusta proporzione dei macronutrienti sarà: 60 percento carboidrati, 20 percento proteine, 20 percento grassi. L'apporto proteico per una persona che pratica attività fisica moderata dovrebbe essere di circa 1 grammo per ogni kg di peso corporeo; per coloro i quali svolgono attività agonistica, la dose giornaliera consigliata sale da 1,1 a 1,7 grammi per ogni kg di peso corporeo. Alimenti proteici poveri di grassi sono: latte scremato, yogurt, carne magra, pesce, legumi, soia.
Bisogna ricordare che più i cibi sono grassi, maggiore è la loro permanenza nello stomaco; che i cibi sminuzzati o ben masticati hanno permanenza più breve rispetto ai cibi interi e che gli alimenti liquidi, le minestre e le bevande sono in assoluto gli alimenti più digeribili e lasciano lo stomaco nel tempo più breve rispetto a tutti gli altri.
Ad esempio, le bevande contenenti carboidrati in varie concentrazioni lasciano lo stomaco in 15-30 minuti; frutta, latte scremato, yogurt, muesli, fiocchi d'avena necessitano di 1-2 ore; i pasti leggeri (riso con verdure, pesce, minestra con pasta in brodo, pasta con sugo di pomodoro leggero) lasciano lo stomaco in 2-3 ore; pasti normali variati (carne, patate, verdura, pasta al ragù) necessitano di 3-4 ore; infine, alimenti ricchi di grassi e i piatti ricchi difibre (legumi, carni grasse) necessitano di 4 e più ore per lasciare lo stomaco.
Alcuni esempi: un'assunzione, anche per brevi periodi, di 50 mg/die di zinco interferisce con ilcorretto metabolismo di ferro e rame, mentre ilcalcio può interferire con l'assunzione di ferro e zinco. Inoltre, gli alimenti contengono antiossidanti in forme chimiche diverse, mentre nelle pillole si trova una sola forma chimica, e anche questo provoca squilibri.
In conclusione, i principi nutritivi più sani ed equilibrati sono in assoluto quelli che l'organismo riceve dagli alimenti freschi, quindi è sufficiente un'alimentazione variata e ben bilanciata per assicurarci tutte le vitamine ed i sali minerali di cui abbiamo bisogno. Fonti preziosissime per apportare all'organismo questi microelementi sono: frutta e verdura fresche, frutta secca, alimenti integrali,pesce, acqua.
sabato 14 settembre 2013
CARBOIDRATI DA PASTA/PANE O FRUTTA?
nn tutti i carboidrati sono uguali, pane e pasta contengono AMIDI, cioè un polimero del glucosio
la frutta contiene perlopiù monosaccaridi e disaccaridi (glucosio, fruttosio, saccarosio)
- gli amidi vengono digeriti essenzialmente a livello intestinale ed assorbiti come glucosio
giunti nel sangue vengono veicolati dall'insulina all'interno dei tessuti INSULINO-SENSIBILI
FEGATO, MUSCOLO, TESSUTO ADIPOSO
(nel fegato e nel muscolo per la sintesi di glicogeno e quando le scorte sono piene per la sintesi di trigliceridi\lipoproteine plasmatiche... nel tessuto adiposo per la sintesi di grassi di deposito)
- il fruttosio ha un metabolismo particolare:
una volta assorbito viene portato al fegato che è l'unico in grado di utilizzarlo direttamente.
a livello epatico viene convertito in glucosio e poi in glicogeno epatico
quando le scorte epatiche sono satolle viene convertito in trigliceridi e dismesso in circolo.
notare che il fruttosio nn innalza in modo sensibile la glicemia.
tutto questo per dire che:
- gli amidi ed il glucosio innalzano la glicemia in modo sensibile
- gli amidi (ed il glucosio) ripristinano in modo "immediato" scorte epatiche e muscolari (diciamo che partendo dal glucosio puoi sintetizzare + glicogeno prima della sintesi dei trigliceridi)
il fruttosio invece ripristina solo quelle epatiche e .. a lungo termine quelle muscolari (perchè il fegato rilascerà lentamente glucosio per mantenere la glicemia).
un eccesso di amidi è deleterio in quanto aumenta l'insulinemia e la sintesi di tessuto adiposo (che è insulino sensibile)
un eccesso di fruttosio (soprattutto quando le scorte epatiche sono piene) è deleterio in quanto aumenta la sintesi di trigliceridi
"QUANTO" questi processi avvengano nel tuo organismo è soggettivo e quindi soggettive sono le risposte a diverse fonti Glicidiche
oltretutto nel corpo umano i processi nn avvengono mai separatamente ma piuttosto si ha una prevalenza di una via metabolica rispetto all'altra
quindi questi sono concetti abbastanza teorici.
bisogna anche aggiungere che per assumere 100g di carboidrati da frutta (quale? nn tutte sono uguali) assumerai anche una quota di VITAMINE\FIBRE collaterali
per assumere 100g di carbo da pasta\pane assumerai una quota di proteine (tra cui il glutine nei confronti del quale nn tutti sono perfettamente tolleranti), fibre ed altri nutrienti (se le farine sono raffinate pochi in effetti).