La Dieta del Guerriero si basa sul principio di alternanza di due fasi: quella di Sottoalimentazione e quella di Compensazione.
La fase di Sottoalimentazione
prevede un’alimentazione a base di alimenti “vivi”: soltanto di frutta
e verdura cruda. E’ possibile aggiungere della frutta secca oppure una
piccola razione di proteine. Dato che uno degli obiettivi di questa fase
è disintossicarsi, le proteine devono provenire da razioni piccole di
carni magre o da pesce; ancor meglio, da integratori.
Uno degli effetti della Sottoalimentazione (o digiuno controllato) è la dematerializzazione,
ovvero la produzione di energia dal processo di decostruzione della
materia. L’alimentazione a base di frutta e verdura cruda (alcuni frutti
sono più indicati di altri) evita di avere quei picchi glicemici tipici
dell’alimentazione a base di cereali. Questo comporta una
stabilizzazione dei livelli di insulina e un aumento dei livelli di
glucagone e di testosterone: queste condizioni ricreano un ambiente
ormonale favorevole per il metabolismo dei grassi.
Altro effetto della fase di Sottoalimentazione è la disintossicazione,
con tutti i benefici che ne conseguono a livello salutistico. Ogni
alimento allo stato crudo contiene in sè gli enzimi necessari alla sua
digestione. Dato che nella fase di cottura, molti degli enzimi vengono
persi, la digestione di un cibo cotto avviene di solito andando a
intaccare le riserve enzimatiche dell’organismo. Consumando alimenti
crudi andiamo quindi ad arricchire il pool enzimatico dell’organismo in
vista del pasto principale. Perché l’apparato digerente possa riposarsi,
è bene non esagerare con le proteine. L’autore sostiene oltretutto che
privando l’organismo di proteine per un arco di tempo prolungato
l’organismo imparerà ad assimilarle e a “riciclarle” meglio.
Un’assimilazione migliore è certamente data dall’assunzione di
probiotici, vitamine e minerali avuta nella fase di Sottoalimentazione.
(Però “riciclarle” è un termine molto ambiguo: dove vengono stoccate, e
in che modo vengono riciclate?!).
Ci sono poi un altro paio di questioni
legate alla fase di Sottoalimentazione, come quella dell’arricchimento
spirituale dato dal digiuno e dalla stimolazione dei nostri istinti di
sopravvivenza, ma qui non credo sia il caso di spenderci delle parole.
Quel che è importante è che con la Sottoalimentazione il corpo viene
messo nelle migliori condizioni per affrontare la fase di Compensazione,
che avverrà dopo l’allenamento.
La fase di Compensazione
prevede un pasto completo (l’unico della giornata). In questa fase
recupereremo un’istintività che abbiamo perduto imparando a mangiare
effettivamente quanto abbiamo bisogno per il nostro nutrimento. Non
bisogna farsi prendere dai sensi di colpa: l’organismo è nelle migliori
condizioni per accogliere una grande mole di cibo; per fare un buon
lavoro (ma migliorabile!) basta seguire essenzialmente queste tre
regole.
1. Inizia dai sapori leggeri, per poi
passare via via a quelli più forti. In genere è bene mangiare
dell’insalata verde a foglia larga prima dei pasti solidi, questo per
andare a nutrire lo strato interno dello stomaco e per assimilare meglio
quel che viene dopo: cioè le proteine (che sono il macronutriente più
importante) sottoforma di carne/pesce/uova, delle verdure cotte (per
rilasciare meglio i flavoni); e, soltanto alla fine, i carboidrati.
Tutto ciò nelle porzioni e nelle quantità che vogliamo.
2. Arricchire il pasto con quanti più
sapori/colori/aromi/consistenza possibili. A parte il discorso “varietà”
sempre legato a motivi salutistici, c’è un altro motivo: quello di
farti raggiungere prima lo stato di sazietà, infatti devi:
3. Smettere di mangiare quando sei sazio, o quando hai più sete che fame.
Mangiando in quest’ordine, e seguendo
questi principi, i carboidrati verranno automaticamente ridotti al
minimo; e tuttavia non verranno immagazzinati in grassi, perché
l’organismo è impegnato a ricostituire le scorte di glicogeno esaurite
dalla fase di Sottoalimentazione.
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